Confindustria: Avviamo insieme la discussione sul futuro di Verona e del suo territorio

     



Confindustria: «Avviamo insieme la discussione sul futuro di Verona e del suo territorio» Gli auguri del deputato al neo presidente degli industriali Raffaele Boscaini

Verona, 19 giugno 2021 «Nell’attesa di incontrare il neo presidente di Confindustria Verona, desidero augurargli buon lavoro e offrirgli il supporto e la collaborazione di cui avrà bisogno. Le sfide che ha di fronte sono rilevanti, come del resto lo stesso Raffaele Boscaini ha la forza di riconoscere». Il deputato veronese Diego Zardini, membro della commissione Attività Produttive della Camera, guarda con attenzione al cambio dei vertici dell’associazione industriali. «Resto a disposizione per lavorare insieme a favore della città e di tutta la provincia», dichiara Zardini. «Purtroppo, negli ultimi quindici anni, Verona è arretrata, ha perso centralità in campo bancario e assicurativo, ha mancato gli appuntamenti con le partecipate che gestiscono servizi fondamentali e per uno sviluppo dell’aeroporto coerente con l’economia del territorio». «Le potenzialità del capoluogo e della provincia rimangono in gran parte preservate», continua il deputato, «e va dato atto della dinamicità dei tanti settori imprenditoriali che non si sono mai fermati davanti alle difficoltà. Tuttavia, per tradurle in atto serve uno scatto per modernizzare Verona da sviluppare in un forte rapporto tra istituzioni e impresa dove le istituzioni possano recuperare il ruolo di programmazione, regolazione e controllo, ma poi sappiano fermarsi e lasciare la gestione ai privati, meglio attrezzati ad affrontare le complessità contemporanee». «In questo ambito desidero porre all’attenzione un tema che è centrale per il Veneto e per Verona», conclude Zardini. «Rispetto alle zone contermini, restiamo un’area scarsamente attrattiva nei confronti di persone, capitali e centri decisionali. Uno dei punti da cui ripartire è l’attenzione al territorio, non in chiave campanilistica, ma con un piano chiaro di reshoring, ovvero di ritorno delle produzioni e dei centri di comando a Verona. Per attuarlo potremmo partire dalla proposta di Marco Bentivogli sulle retribuzioni minime e dal ragionamento che per essere competitivi sulla qualità e alternativi alla Cina e ai paesi dell'Est bisogna essere attrattivi di talenti, cioè pagare bene i lavoratori e avere un ecostistema adeguato in cui la qualità della vita è determinata da numerosi fattori come ambiente, cultura, libertà, opportunità di scambio e di lavoro, sanità, mobilità. Forse non saremo d’accordo su ogni aspetto, ma sono certo che una discussione su questi temi, aperta e libera da pregiudizi, sarà salutare per tutti».

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PFAS: la Regione non avalli il fiume ‘chimico’

     


PFAS: la Regione non avalli il fiume ‘chimico’ Zardini e Rotta interrogano il ministero: «Accordo sul Fratta Gorzone rimasto lettera morta». A Cologna Veenta cittadini mobilitati a difesa dell’ambiente

Roma, 20 maggio 2021 L’inquinamento del fiume Fratta Gorzone va fermato adesso. Prima di qualsiasi intervento sugli impianti che porterebbe ad un incremento dello scarico nel corso d’acqua dei residui delle lavorazioni della conceria è necessario ridurre i reflui a monte e migliorare la qualità delle acque. Lo chiedono la presidente della Commissione Ambiente della Camera, Alessia Rotta, e il deputato veronese Diego Zardini in un’interrogazione al ministero della Transizione ecologica con cui chiedono l’attuazione di un accordo tra Stato e Regione del Veneto risalente al 2017 e rimasto lettera morta. «Dopo lo scandalo dei Pfas, la Regione non può favorire un altro disastro ambientale con ricadute dirette sulla salute e sulla vita di migliaia di cittadini e sulla catena alimentare», dicono i due deputati. «Non tollereremo che vengano favorire le aziende conciarie senza considerare gli interessi vitali degli abitanti di Cologna Veneta. La Regione Veneto non può avallare la trasformazione del Fratta in una discarica di rifiuti speciali e pericolosi». Da tempo un gruppo civico Colognese si batte per la bonifica dell’ecosistema fluviale del Fratta dove aziende senza scrupoli hanno depositato per anni sedimenti inquinati da numerose sostanze chimiche. Di fronte alla richiesta del consorzio ARICA di prolungare il collettore di 3,6 chilometri che scaricherebbe i rifiuti direttamente nel fiume, i cittadini chiedono che il progetto sia sottoposto a procedura di VIA (Valutazione Impatto Ambientale). Con lo spostamento a valle del punto di consegna gli abitanti temono che il consorzio abbandonerà nel letto del fiume Fratta fanghi e sedimenti accumulati in 15 anni di versamento quali: cloruri, solfati, cromo, azoto, fosforo, arsenico, cadmio, rame, nichel, piombo, zinco, mercurio, vanadio, diossine e da ultimo i Pfas, senza provvedere alla bonifica degli stessi, comportamento già verificatosi nel passato quando il medesimo consorzio ha lasciato il precedente punto di consegna e non ha bonificato i milioni di chilogrammi di fanghi e sedimenti depositati nel letto del fiume Rio Acquetta. Rotta e Zardini chiedono al ministero di chiarire la situazione con gli enti interessati - Regione Veneto, Provincia di Verona, Comune di Cologna Veneta, Acque Veronesi, Arpav ed Unione dei comuni Adige Guà - e di dare piena attuazione all’accordo di programma quadro sottoscritto nel 2017 per il disinquinamento del fiume Fratta attraverso l’implementazione di nuove tecnologie nei cicli produttivi, nella depurazione e nel trattamento fanghi del distretto conciario vicentino.

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Bilanci Comunali: impegno del Governo a rivedere la normativa

     


Bilanci Comunali: impegno del governo a rivedere normativa Zardini: «Accogliamo le richieste dell’Anci. Lo stop ai servizi è un rischio che non possiamo permetterci di correre»
Roma, 19 maggio 2021 Dare certezza normativa ai Comuni e consentire agli enti locali di chiudere i bilanci 2020. La Camera dei deputati ha approvato oggi un ordine del giorno che impegna il governo a intervenire, con prossimi provvedimenti aventi forza di legge, per rivedere in maniera strutturale l'intera disciplina della finanza locale. Ne dà comunicazione il deputato veronese Diego Zardini, componente della commissione parlamentare per le questioni regionali dove questa mattina c’è stata l’audizione dell’Anci. I rappresentanti dell’associazione dei comuni italiani hanno chiesto, riferisce Zardini, «un intervento normativo urgente per assicurare la tenuta degli equilibri di bilancio e il ripristino delle condizioni di ordinaria gestione finanziaria. Serve inoltre una norma che ponga le basi per un programma di sviluppo soprattutto in chiave di recupero della capacità di spesa per investimenti dei Comuni». Se da un lato infatti dai Comuni è arrivato il plauso al governo e al parlamento per la tempestività con cui nel corso del 2020 sono stati erogati 7 miliardi di euro agli enti locali con l’obiettivo di far fronte alla pandemia e alle mancate entrate, dall’altro permangono le incertezze legate all’evoluzione delle norme per il saldo dei debiti. Nel 2013 l’allora governo Monti introdusse una deroga al patto di stabilità per accelerare il saldo dei debiti maturati fino a tutto il 2012. Le successive modifiche legislative, nel 2015 e nel 2017 avevano ampliato lo spettro degli interventi possibili in deroga, ma sono state bocciate dalla Corte Costituzionale. «Si è verificata una vacanza di legge che di fatto impedisce a centinaia di Comuni di redigere i bilanci», spiega Zardini, «il che comporterebbe di fatto lo stallo per le amministrazioni e il rischio di stop all’erogazione dei servizi. Una situazione che non potremmo permetterci in tempi ordinari, figuriamoci in mezzo alla pandemia e con l’emergenza sanitaria ancora attiva. Per questo ci siamo attivati immediatamente con il governo, che ci ha dato parere favorevole, per un’ordine del giorno e perché questa norma-ponte venga redatta nel prossimo decreto legge, presumibilmente già domani sera con il Sostegni-bis». L’ordine del giorno, presentato da deputati di tutti i partiti della maggioranza e dell’opposizione, è stato approvato all’unanimità.

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Dichiarazioni di Voto sulla Fiducia del PD al Decreto Sostegni

     

Il dl Sostegni è di fondamentale importanza per combattere insieme la battaglia della crisi sanitaria e la profonda crisi economica che ha colpito il nostro Paese. Sono 180 miliardi di euro impegnati dall'inizio della pandemia per sostenere le imprese e i cittadini. Chiediamo inoltre al governo di approvare celermente anche il cosiddetto dl Sostegni bis, proprio per far arrivare velocemente le risorse alle imprese ed essere di aiuto al decreto approvato oggi, utilizzando gli altri 40 miliardi di scostamento che il Parlamento ha già approvato". Lo ha detto in Aula, Diego ZARDINI, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, annunciando il voto favorevole del Pd sulla questione di fiducia al dl Sostegni. "Le risorse - ha continuato - per quanto ingenti restano sempre scarse e insufficienti. Ma questo decreto è stato definito sostegni, non ristori per cui sono state introdotte misure innovative più eque e più efficaci. Sono cambiati i metodi di calcolo per i sostegni alle imprese, sono stati superati i codici Ateco". "Tra le misure del presente decreto - ha concluso - che il Pd ha maggiormente sostenuto sicuramente ci sono la proroga della cig e sospensione dei licenziamenti; gli 11 mld di euro a fondo perduto per imprese e lavoratori; il sostegno alle località montane, al turismo e tante altre. Ma quello che è fondamentale è una ripartenza graduale e irreversibile. E per questo chiediamo a tutta la maggioranza di sostenere il governo senza se e senza ma."

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FOTOVOLTAICO: miliardi di metri quadri di tetti inutilizzati

     

FOTOVOLTAICO Miliardi di metri quadri di tetti inutilizzati Zardini «Il suolo agricolo va preservato dall’assedio»
Verona, 18 maggio 2021
«Dai capannoni industriali alle abitazioni fino alle grandi superfici commerciali, in Italia ci sono miliardi di metri quadrati di tetti inutilizzati. Le diatribe sull’installazione degli impianti fotovoltaici hanno poco senso alla luce di questo dato». Il deputato veronese Diego Zardini risponde così a quanti vorrebbero trasformare i terreni agricoli in centrali per produrre elettricità.
«In particolare in Veneto», ricorda Zardini, «dove l’agricoltura è assediata dall’urbanizzazione e il tasso di consumo di suolo è il più alto d’Italia, non possiamo permetterci di sacrificare neanche un ettaro. Esistono superfici urbanizzate, anche da bonificare, tetti in eternit da smaltire e sostituire, parcheggi asfaltati da ombreggiare, strade e autostrade da insonorizzare con pannelli fonoassorbenti incorporando quelli fotovoltaici. Esistono migliaia di esempi di queste buone pratiche, per cui davvero non si capisce perché sottrarre suolo agricolo di pregio quando ci sono le alternative, non solo la fonte, ma anche il luogo di insediamento degli impianti. Il fotovoltaico è un asset straordinario per i paesi mediterranei come il nostro e rappresentano una grande risorsa per il futuro; solo chi non conosce il sottoscritto o le azioni concrete del PD, può dubitare o muoverci accuse incomprensibili. In ultimo, ma non ultimo, la nostra concezione di libertà di impresa è assoluta, dentro il precetto costituzionale dell'art. 41, ovvero l'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali».

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DISCARICA PESCANTINA: soldi al Veneto in estate 2020, ma i lavori non cominceranno prima di fine 2021. Sollecitano il Ministero a intervenire.

     


DISCARICA PESCANTINA Soldi al Veneto in estate 2020, ma i lavori non cominceranno prima di fine 2021 Rotta e Zardini sollecitano il Ministero a intervenire. L’inquinamento avanza e le bonifiche sono in ritardo
Roma, 4 maggio 2021
«I soldi sono stati stanziati nel 2017 e versati alla Regione da quasi un anno, ma i lavori a Pescantina non cominceranno, al meglio, prima della fine del 2021». I deputati veronesi Alessia Rotta e Diego Zardini hanno sollecitato con un’interrogazione il MInistero della Transizione Ecologica ad adottare iniziative di vigilanza nei confronti della Regione e del Comune di Pescantina per evitare ulteriori ritardi nei lavori e l’espandersi dell’inquinamento.
Da quello che sappiamo, affermano i due deputati, «l ministero della Transizione Ecologica riunirà entro breve tempo il Comitato d’indirizzo e controllo dell’Accordo di Programma, allo scopo di verificare lo stato di attuazione degli interventi per la bonifica della discarica di Ca’ Filissine di Pescantina e tutelare la salute dei cittadini».
«Nonostante la disponibilità dei fondi da parte dell’allora MInistero dell’Ambiente risalga alla metà del 2017, la Regione ha perso quasi due anni per stipulare un accordo con il Comune di Pescantina siglandolo solo a fine 2019. L’anno scorso, in attuazione dell’accordo di programma, il Ministero ha trasferito alla Regione Veneto oltre metà della somma necessaria agli interventi di bonifica», ricordano i deputati. «In tutto 35 milioni 408 mila e 369 euro su un totale di oltre 64 milioni di finanziamento. Quelle risorse servono per dare immediata realizzazione alle attività nella discarica. La lentezza burocratica della Regione Veneto ancora una volta sta purtroppo ritardando l’esecuzione delle opere, alcune delle quali hanno carattere di emergenza in quanto il sito continua a inquinare».
Come in molti altri settori, concludono Rotta e Zardini, «verifichiamo che la reale difficoltà di questo paese rimane la capacità di utilizzare le risorse, cioè di spendere e spesso dipende dalla moltiplicazione dei livelli burocratici, decisionali e di potere. Le Regioni, e il Veneto in particolare, da questo punto di vista sono un formidabile ‘rallentatore’ degli investimenti pubblici».

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