Sostegni alle imprese danneggiate dal Covid e dall’aumento dei prezzi energetici

     

Sostegni alle imprese danneggiate dal Covid e dall’aumento dei prezzi energetici Zardini: «Misure straordinarie a difesa del sistema economico nazionale»

Roma, 25 marzo 2022 Ieri la Camera dei deputati ha dato il via libera al decreto Sostegni-Ter. Il provvedimento interviene per sostenere le attività maggiormente colpite dall’emergenza Covid e per contrastare l’aumento del costo della bolletta energetica per le imprese. «Si tratta di misure straordinarie che valgono quasi 5 miliardi di euro per difendere il sistema economico nazionale colpito dal protrarsi della pandemia da Covid e dall’aumento dei costi dell’energia», afferma Diego Zardini, membro della commissione attività produttive della Camera. La prima linea di intervento interessa diversi settori, chiusi o fortemente danneggiati a causa della pandemia: parchi tematici, acquari, parchi geologici e giardini zoologici; attività di organizzazione di feste e cerimonie, wedding, hotellerie, ristorazione, catering, bar-caffè e gestione di piscine; commercio dei prodotti tessili, della moda, del calzaturiero e della pelletteria, articoli di abbigliamento, calzature e articoli in pelle; turismo, alloggi turistici, agenzie e tour operator, parchi divertimenti e parchi tematici, stabilimenti termali; discoteche, sale giochi e biliardi, sale Bingo, musei e gestioni di stazioni per autobus, funicolari e seggiovie; spettacolo, cinema e audiovisivo; sport. Le misure vanno dal credito d’imposta locazioni a favore delle imprese turistiche alle modifiche per il bonus beni strumentali per gli investimenti in beni materiali 4.0, dalla sospensione dei versamenti per le attività chiuse all’esonero dal pagamento del contributo addizionale per le aziende del settore turistico-ricettivo che ricorrono ai trattamenti del Fondo di integrazione salariale, fino all’esonero contributivo per le assunzioni effettuate per lavoro stagionale nel settore turismo e centri termali. Per quanto riguarda il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico, l’esecutivo era già intervenuto sul primo trimestre 2022 stanziando 3,8 miliardi di euro al fine di mitigare il rincaro del costo dell’energia, in particolar modo per le famiglie. Con questo provvedimento, che è maggiormente mirato a sostenere il mondo delle imprese, si interviene con ulteriori 1,7 miliardi, portando a 5,5 miliardi l’impegno complessivo nel periodo da gennaio a marzo 2022. Per ridurre ulteriormente gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente - ARERA, annulla, per il primo trimestre 2022, le aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 Kw, anche connesse in media e alta o altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico. Le imprese energivore otterranno parziale compensazione degli extra costi per l’eccezionale innalzamento dei costi dell’energia: a quelle che hanno subito un incremento del costo per KWh superiore al 30 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019, derivante dalla particolare contingenza dovuta dall’innalzamento dei costi dell’energia, è riconosciuto un contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta. Il beneficio è quantificato in misura pari al 20 per cento delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel primo trimestre 2022.

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Ucraina: rivedere in toto il sistema accoglienza

     



Ucraina: rivedere in toto il sistema accoglienza. Servono pragmatismo e buone idee, non posizioni ideologiche.

Roma, 24 marzo 2022 «Il Parlamento e il governo stanno intervenendo con urgenza per correggere le storture dei decreti Salvini che costituiscono un ostacolo all’accoglienza dei profughi. Servono pragmatismo e buone idee, le posizioni ideologiche bloccano la macchina della solidarietà». Lo afferma il deputato veronese del Partito democratico, Diego Zardini. «Come denunciato oggi sulla stampa dai responsabili delle cooperative a cui lo stato ha demandato la gestione dei profughi, la riduzione dei ristori alla sola quota alberghiera, i tempi di pagamento che possono arrivare fino a due anni dalla prestazione e una rendicontazione inutilmente complessa stanno frenando i soggetti più competenti dalla partecipazione ai bandi di gara. Le Prefetture di fatto non trovano il supporto della società civile perché le condizioni sono proibitive e per molte cooperative il rischio di operare in perdita economica è molto più che una semplice ipotesi». A fronte di questa situazione e della necessità di gestire l’emergenza profughi dall’Ucraina, «che avrà una coda molto lunga», afferma Zardini, «il Ministero dell’Interno e il Parlamento stanno attuando dei correttivi». Con il decreto legge Ucraina viene garantita l’assistenza almeno fino al 31 dicembre per 100 mila persone in fuga dalla guerra. Sono stati coinvolti i Comuni, gli enti del terzo settore, le associazioni riconosciute e gli enti religiosi riconosciuti civilmente per offrire assistenza immediata a 15 mila persone aggiuntive a quelle arrivate nei centri di accoglienza. In aggiunta, sono in via di definizione forme di sostentamento per l’assistenza delle persone titolari della protezione temporanea che abbiano trovato autonoma sistemazione, per un massimo di 60.000 unita. Infine alle Regioni e province autonome è stato assicurato un riparto aggiuntivo di risorse per la copertura sanitaria dei profughi. «Ci sarà ancora moltissimo da fare», conclude Zardini, «perché questa è l’occasione di essere pragmatici e di rimettere in sesto il sistema dell’accoglienza italiano nella consapevolezza che solo se ciascuno di noi fa la propria parte, riusciremo ad affrontare l’emergenza».

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Borghi abbandonati: c’è stato un errore della Regione che danneggia Campo di Brenzone e tutti gli altri comuni esclusi

     



BORGHI ABBANDONATI «Riteniamo ci sia stato un errore della Regione» Danneggiato Borgo di Brenzone e tutti gli altri comuni esclusi

Verona, 11 marzo 2022 «Probabilmente la Regione Veneto ha fatto un errore assegnando i 20 milioni di euro del Piano nazionale Borghi a Recoaro Terme. In base al bando i fondi vanno assegnati a borghi storici con meno di 300 unità abitative che possono essere delimitati, solo nel caso di comuni piccoli o piccolissimi, ovvero con meno di 5 mila abitanti. Recoaro conta oltre 6.300 abitanti e ha presentato un piano delimitando una parte del centro storico senza proporre un borgo isolato. Chiaramente non ci siamo con i parametri. Tutti gli altri comuni che hanno partecipato, tra cui il veronese Campo di Brenzone, hanno caratteristiche e indicatori più aderenti alle specifiche del bando. Campo di Brenzone che ha un tasso di abbandono delle abitazioni intorno al 99 per cento sarebbe stato il luogo perfetto per una sperimentazione incentrata sui mestieri e le arti. Resta da capire se siamo in tempo per rimediare all’errore della Regione e recuperare il finanziamento». Lo affermano i deputati veronesi del Partito democratico, Diego Zardini e Alessia Rotta e la consigliera regionale del PD, Anna Maria Bigon.

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Piano nazionale borghi: Bigon, Rotta e Zardini delusi per la bocciatura di Campo di Brenzone.

     



Piano nazionale borghi - Bigon, Rotta e Zardin: “Delusi per la bocciatura di Campo di Brenzone, vogliamo capire i criteri di valutazione”.

Venezia, 10 marzo 2022 “Siamo molto delusi per la scelta della Regione: ovviamente la rispettiamo, ma vogliamo capire i criteri in base ai quali è stata presa la decisione. Restiamo convinti della bontà del progetto per il recupero Campo di Brenzone per farlo diventare il borgo dei mestieri e delle arti e ci impegneremo per trovare un finanziamento alternativo e dargli quella valorizzazione che merita. Non è bastata una mobilitazione trasversale, centrosinistra e centrodestra: diciamo che la provincia di Verona, in generale, non è particolarmente fortunata con la Giunta Zaia”. Ad affermarlo in una nota sono la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon insieme ai deputati Alessia Rotta e Diego Zardini commentando la scelta di Palazzo Balbi che ha puntato su Recoaro come Progetto pilota per l’accesso alle risorse del Piano nazionale borghi previsto dal Pnrr, che avrà un finanziamento di 20 milioni di euro.

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Legge sulla montagna: occasione per fermare lo spopolamento. Il PD compatto per approvazione veloce in Parlamento»

     



Legge sulla montagna: occasione per fermare lo spopolamento. Zardini: PD compatto per approvazione veloce in Parlamento.

Roma, 10 marzo 2022 «Una legge orientata a rendere la montagna sempre più abitata, in modo da combattere l’annoso problema dei territori montani, quello dello spopolamento». Questo è secondo il deputato veronese del Partito democratico, Diego Zardini, il nocciolo della legge sulla montagna varata oggi dal Consiglio dei ministri su proposta della ministra Gelmini. «Nelle ultime settimane, abbiamo fatto numerosi passi avanti sul testo», spiega Zardini. «È il frutto del lavoro di tanti e tra tutti cito Enrico Borghi che rimane probabilmente il collega più preparato su questi temi e il presidente dell’Uncem Marco Bussone». La legge licenziata dal Consiglio dei ministri accoglie diverse proposte avanzate dai rappresentanti dei territori montani, a cominciare dalla classificazione dei territori fino agli incentivi nel settore primario, passando per i servizi essenziali che necessitano di una cura particolare perché vengano assicurati in montagna, come sanità, istruzione e telecomunicazioni. Capitolo a parte lo occupa la fiscalità montana con una serie di misure di favore destinate alle imprese costituite da giovani e le ampie agevolazioni del programma ‘Io Resto in Montagna’ previste per chi acquista l’abitazione principale in un comune montano con popolazione inferiore ai duemila abitanti. A fare da cornice ai singoli provvedimenti la ‘Strategia nazionale per la montagna italiana’ chiamata a definire ogni tre anni ‘le priorità e le direttive delle politiche per le zone montane al fine di promuovere la crescita e lo sviluppo economico e sociale dei territori montani, l’accessibilità alle infrastrutture digitali e ai servizi essenziali, con riguardo prioritario a quelli socio-sanitari e dell’istruzione, il sostegno alla residenzialità, alle attività commerciali e agli insediamenti produttivi, il ripopolamento dei territori, tenendo conto, in un’ottica di complementarietà e sinergia, delle politiche territoriali attuate nell’ambito della Strategia per le Aree interne’. Il percorso che porta a questa legge, ricorda Zardini , «è cominciato alcuni anni fa con l’allora ministro Boccia e con gli stati generali della montagna che Boccia organizzò proprio per discutere sulla questione dello sviluppo e della valorizzazione delle zone montane. Un percorso fortemente voluto e determinato dal Partito democratico grazie al quale è stata prodotta una norma che oggi arriva finalmente in Parlamento. Come Partito democratico auspichiamo che la legge venga discussa e approvata nel più breve tempo possibile e siamo disponibili ad ascoltare i territori e sentire le loro istanze per poter apportare le giuste e necessarie modifiche».

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Legge sulla Montagna: essenziale il confronto con i territori

     



Legge sulla Montagna Zardini: «Essenziale il confronto con i territori»

Verona, 9 marzo 2022 «La legge sulla montagna è un tassello fondamentale per le politiche di riequilibrio verso le aree più deboli. In questa prospettiva vanno coinvolti tutti gli attori, politici, istituzionali e territoriali. L’occasione è molto importante, non possiamo permetterci di sprecarla con norme calate dall’alto o, peggio, con regole omogenee che difficilmente si adatterebbero alle singole realtà». Il deputato veronese Diego Zardini si dice preoccupato per come l’iter della proposta di legge si sta configurando. «Il testo è nella sola disponibilità della ministra Gelmini. Ora, capisco i timori, comprendo la volontà di proteggere il testo da interventi impropri, però alla fine sarà il Parlamento a doversi esprimere. Suggerirei un lavoro di coinvolgimento e di relazioni, anche con l’intergruppo parlamentare Montagna, invece dell’arroccamento». Fuori dalle logiche parlamentari, avverte Zardini, «dobbiamo mettere alla prova il testo di legge con i territori. Avendo contezza che sono, purtroppo tutti diversi: le Alpi non sono gli Appennini, come per restare nel Veneto, la Lessinia è cosa diversa dalle Dolomiti. Ipotizzare di applicare norme che non abbiamo discusso con i portatori di interesse locali, dagli enti locali alle associazioni di categoria, mi sembra la ricetta più spedita per far fallire qualsiasi politica dedicata alla montagna». Suggerisco, conclude il deputato, «un confronto serrato a cominciare dalla definizione dei criteri per cui un territorio, sia esso un comune, una provincia o un’area vasta, è definito montano».

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