Porte aperte a Palazzo Barbieri

     


Venerdì 24 Novembre
Sono stato al primo appuntamento di apertura al pubblico di Palazzo Barbieri, sede del governo cittadino della città di Verona, in qualità di rappresentante del Parlamento italiano. Iniziativa nobile: tutte le istituzioni devono tornare a parlare ai cittadini e ricostruire la fiducia.
Fonte immagine articolo: L'Arena

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Sabato 25 Novembre Maurizio Martina a Verona per presentare il suo libro

     


Maurizio Martina: “Dalla Terra all’Italia” Il 25 novembre alle 11 a Verona la presentazione del libro del ministro
Verona, 22 Novembre 2017
Sabato 25 novembre il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina sarà a Verona per presentare il libro “Dalla Terra all’Italia”, edito da Mondadori. L’appuntamento è in programma alle 11 alla Società Letteraria di Verona in piazzetta Scalette Rubiani 1. Alla presentazione prenderanno parte il sindaco Federico Sboarina, la presidente della Società Letteraria, Daniela Brunelli, il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese e il preside Antonio Benetti. Modera l’incontro il giornalista esperto di agricoltura e ambiente Giorgio Vincenzi. «Agricoltura e alimentazione saranno sempre più questioni geopolitiche di primaria importanza», afferma il deputato veronese Diego Zardini, promotore dell’incontro. «L’Italia ha una serie di eccellenze che costituiscono de facto un vantaggio competitivo formidabile e una forza attrattiva. Siamo già un player globale nell’agrifood, ma i margini di miglioramento sono altissimi. Basti pensare che una regione come il Veneto o una provincia come Verona hanno varietà di prodotti sia nelle materie prime - dal vino alla frutta – sia nella trasformazione inimmaginabili per molti altri Paesi». Il libro di Martina, è in questo senso uno stimolo a investire nella sostenibilità dello sviluppo e della democrazia del cibo in quanto “chiavi fondamentali per interpretare il domani. Attorno al lavoro della terra e del cibo capiremo le nuove traiettorie del mondo”. Nella stesura, Martina si è concentrato sulle scelte. “Sono innanzitutto le scelte dei giovani”, scrive il ministro nella prefazione. Ragazzi “che hanno deciso di scommettere su progetti innovativi, recuperando sementi antiche o trasformando processi produttivi in imprese moderne; testimoni globali che realizzano nuovi modi di fare agricoltura. Faticano, studiano, progettano, rischiano. Cambiano l’Italia a partire dalla terra. Ma sono anche le scelte di chi investe portando il Paese nel mondo, grazie alla nostra grandiosa cultura enogastronomica. Sono le scelte di chi prova a resistere nonostante la fatica di tenere in equilibrio costi e ricavi di fronte alla volatilità dei prezzi e alle troppe distorsioni del mercato. Sono le scelte di chi ha fatto della lotta allo spreco alimentare una formidabile esperienza di cittadinanza. Quelle di quanti migrano, in particolare dai Paesi dell’altra sponda del Mediterraneo, per arrivare da noi a reinventare legami di comunità e di lavoro”.
Fonte immagine articolo: L'Arena

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PFAS: Perché la Regione non vuole gli 80 milioni del governo?

     

Rotta e Zardini: per gli acquedotti serve la compartecipazione della Regione Padova, 18 Novembre 2017
«Leggo con stupore quanto riportato questa mattina sulla stampa in merito al finanziamento di 80 milioni previsto dal governo per affrontare l'emergenza PFAS in Veneto». La deputata veneta Alessia Rotta denuncia «l'ennesimo goffo tentativo di Zaia e della sua giunta di fare melina e prendere tempo per nascondere ciò che hanno negato finora: non hanno i progetti (né preliminari, né tanto meno definitivi) per i nuovi acquedotti e no hanno un piano di azione. Al contrario, i soldi del governo ci sono e sono già disponibili, ma senza i progetti non possono essere impiegati. Anche i comitati No PFAS che sono venuti al ministero dell'Ambiente hanno potuto constatare con i loro occhi il ritardo della Regione Veneto». «Il modello ‘prendi i soldi e scappa’ che la Lega ha in mente non ha alcuna speranza di essere messo in atto», assicura Rotta: «per poter impiegare i fondi il Veneto deve fare la sua parte, che significa anche adempiere all'obbligo di cofinanziare la costruzione dei nuovi acquedotti. A questo proposito rinnovo la domanda: per i nuovi acquedotti il Governo mette sul piatto 80 milioni, quante risorse ci mette la Regione? Ad oggi nulla. La Regione deve cofinanziate l'intervento, altrimenti abbia il coraggio di dire che non vuole farlo». Rispetto alla dichiarazione dello stato di emergenza, continua Rotta, «viene invocato a vanvera, non risolve il problema di cui stiamo discutendo: anche in presenza di poteri speciali, senza i progetti gli 80 milioni non possono essere utilizzati». «I finanziamenti pubblici che abbiamo orgogliosamente messo a disposizione con l'aiuto del governo, 80 milioni di euro a cui vanno sommati i 23 milioni dell'accordo sul Fratta, devono essere integrati», conferma il deputato Diego Zardini. «Queste risorse dovrebbero in primis essere messe dalla Regione Veneto e, solo in via residuale, come previsto dalla legge, finanziate dalle tariffe idriche, ovviamente su scala regionale quindi anche da coloro che abitano in comuni diversi da quelli colpiti. Nell’eventualità stiamo parlando di un rincaro inferiore all’1 per cento, circa 4 centesimi di euro». «La lettera inviata dal ministero non rallenta il percorso», spiegano Rotta e Zardini. «Anzi vuole dare un'accelerazione, richiamando i nostri amministratori a muoversi per non perdere i fondi. Si tratta dello stesso iter già seguito per la costruzione del Collettore del Garda: il cofinanziamento del servizio idrico è indispensabile perché contrariamente l'intervento si configurerebbe come aiuto di stato, illecito per un settore in cui i cittadini pagano una tariffa. La concorrenza tariffaria non determina nessun automatismo nell'aumento delle tariffe. E, anche su questo, la Regione potrebbe intervenire. Perché non lo fa? Perché invece di perdere tempo non predispone correttamente i progetti per gli acquedotti? E perché non vuole investire neanche un euro per la progettazione e la realizzazione delle nuove condutture per dare ai cittadini l'acqua pulita a cui hanno diritto? Attendiamo risposte».
Prima pagina Corriere di Verona Articolo Corriere di Verona Articolo Giornale di Vicenza Articolo Il Mattino di

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Convegno “Agricoltura: una risorsa per il Polesine di domani”

     



"Agricoltura risorsa per il Polesine di domani": confronto con cittadini e associazioni di categoria sui temi del settore primario e sulle principali iniziative di questa legislatura.
Fonte immagini: La Voce di Rovigo, Il Resto del Carlino

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Il treno PD fa tappa a Verona

     


Il Treno PD ha fatto tappa a Vicenza e a Verona. Nel tragitto con Matteo Renzi abbiamo incontrato un comitato delle mamme NoPfas, questione che ci vede impegnati da tempo, con le quali il Segretario ha preso l'impegno di seguire mensilmente lo stato di avanzamento dei lavori per risolvere il più grande e terribile inquinamento che il Veneto ricordi. Durante la fermata a Verona abbiamo visitato, ad Avesa, a pochi passi da dove sono cresciuto, lo stabilimento di Progetto QUID, impresa sociale che assume lavoratrici e lavoratori di categorie fragili e svantaggiate, che recupera stoffe eccellenti ma di scarto realizzando abiti di qualità. Una realtà forte, che cresce, che merita ammirazione e sostegno.

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Disagi sulla tratta Verona-Rovigo

     


Cambio gestione e rimborso ai pendolari Lo chiedono i deputati del PD Crivellari, Narduolo e Zardini
Verona, 17 Novembre 2017
«Se Servizi Territoriali Spa non è in grado di gestire il pur esiguo traffico ferroviario sulla tratta Verona – Rovigo, la Regione imponga a Trenitalia di riprendere la gestione diretta». Tre parlamentari del Partito democratico, a fronte dei continui disagi a cui sono sottoposti lavoratori e studenti che abitualmente utilizzano la linea, chiedono alla giunta regionale di intervenire. Inoltre, sottolineano, Diego Zardini, Giulia Narduolo e Diego Crivellari, «i pendolari devono essere rimborsati con abbonamenti gratuiti». Come riportato dagli organi di informazione nei giorni scorsi, i pendolari che utilizzano la linea ferroviaria tra Legnago e Verona, sono stati lasciati senza mezzi di trasporto nelle mattine di martedì 7 e giovedì 9 novembre. Senza informazioni e senza corse sostitutive, decine di persone hanno dovuto fare affidamento all’improvvisazione per raggiungere la scuola, l’università o il posto di lavoro. La cancellazione di treni a causa di guasti e carenza di materiale rotabile si protrae da ormai molti anni. I treni utilizzati sono vecchi e molto spesso insufficienti a soddisfare la domanda giornaliera. Anche per questo nel 2015 Legambiente ha inserito la tratta tra le 10 peggiori d’Italia. «Sistemi territoriali è partecipata al 99,83 per cento da Veneto Sviluppo», ricordano i deputati, quindi è della Regione Veneto. «Dal 2010 gestisce il traffico sulla Rovigo – Verona per conto di Trenitalia, ma problemi che risalgono alla fine degli anni Novanta non sono mai stati né affrontati né risolti. Anzi, in alcuni casi sono addirittura peggiorati». «Le difficoltà sono denunciate quotidianamente dai pendolari», affermano i deputati Zardini, Crivellari e Narduolo. «La Regione tolga alla propria partecipata la fallimentare gestione della ferrovia e, soprattutto proceda velocemente a rimborsare i titolari di abbonamento (mensile, trimestrale e annuale) offrendo a partire da gennaio 2018 altrettanti abbonamenti con sconti variabili dal 70 al 30 per cento in considerazione dei disagi e dei costi sostenuti dai viaggiatori a causa delle perduranti inefficienze nella gestione della ferrovia». L'Articolo di Rovigo Oggi
Fonte foto L'Arena

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