Contraffazioni, tutelati i marchi vinicoli veronesi. Ora l’Amarone nell’Unesco

     

l'articolo del Corriere di Verona
CONTRAFFAZIONI Tutelati i marchi vinicoli veronesi. Ora l’Amarone nell’Unesco Zardini «Risultato di anni di lavoro». Fissa nuovo impegno per il territorio
Verona, 6 luglio 2018
«La conclusione del lungo percorso per la protezione anche online dei marchi vinicoli veronesi è un fatto estremamente positivo per il territorio della Valpolicella e per tutti i suoi produttori». Il deputato veronese Diego Zardini accoglie con soddisfazione la notizia della firma del protocollo di intesa tra l'Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari (ICQRF) e il Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella. «Ora possiamo proseguire il lavoro per l’inserimento dell’Amarone nel patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco».
Grazie al protocollo d’intesa, arrivato a compimento dopo tre anni di lavoro tra il Consorzio e l’Ispettorato del Ministero delle politiche agricole, i marchi Amarone Docg, Valpolicella Doc, Valpolicella Ripasso Doc e Recioto della Valpolicella Docg godono della protezione di una task force anti-contraffazione attiva anche online. In particolare, sarà possibile contrastare, ostacolare e perseguire la vendita di prodotti contraffatti sui canali di commercio elettronico in Nord America (Stati Uniti e Canada), nel Regno Unito, in Irlanda e nei paesi scandinavi, principali mercati di riferimento per le denominazioni veronesi.
«Come avevamo chiesto in fase istruttoria», ricorda Zardini, «sarà costituito un nucleo anti contraffazione all’interno del Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella con persone formate dall’Ispettorato per il controllo dei canali commerciali online e con un protocollo codificato per la segnalazione delle frodi».
«Chiusa questa partita, cerchiamo di riaprire immediatamente il cantiere del riconoscimento Unesco», chiede Zardini. «Sono almeno due anni che stiamo lavorando al dossier per inserire l’Amarone nel patrimonio immateriale dell’Umanità. È tempo che tutti i soggetti coinvolti, a partire dalla Regione Veneto, si attivino concretamente cercando fra l’altro di non ripetere gli errori che hanno purtroppo affossato la candidatura delle colline del Prosecco».

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Commissioni alla Camera: assegnato alla decima, attività produttive

     


COMMISSIONI ALLA CAMERA Zardini alle Attività produttive Il deputato veronese rinnova l’impegno per la politica energetica
Verona, 21 giugno 2018
Il deputato veronese Diego Zardini è stato assegnato alla decima Commissione della Camera.
La commissione si occupa di attività produttive, commercio e turismo. Tra i compiti anche la disciplina relativa alle cave e alla torbiere, il commercio con l'estero, la tutela dei consumatori, il turismo, l’artigianato, la politica industriale, brevetti, marchi e proprietà industriale, ricerca applicata, energia e cooperazione produttiva.
Una commissione dunque rilevante per il territorio veneto e veronese dove industria, artigianato, commercio e turismo sono gangli vitali dell’economia locale. «Un tema su cui potrò fare degli approfondimenti sarà la politica energetica, in continuità con l'impegno per la sostenibilità e la tutela dell'ambiente in uno dei settori chiavi della produzione, mostrando come sia possibile coniugare ambiente, salute e lavoro», dichiara Zardini.

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Politica coesione: in Veneto a rischio 2,1 miliardi di euro

     

POLITICA COESIONE In Veneto a rischio 2,1 miliardi di euro Zardini: «Manca posizione governo italiano al Consiglio europeo»
Verona, 20 giugno 2018
«Con quali proposte sulla riforma della politica di coesione il governo italiano arriverà al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno?». Il deputato veneto Diego Zardini è preoccupato per la «totale mancanza di una strategia per difendere gli interessi italiani là dove vanno tutelati, a Bruxelles. In ballo ci sono 43 miliardi di euro di programmazione, di cui 2,1 solo per il Veneto. Tuttavia, alle proposte di tagli netti fatte dalla Commissione europea non c’è stata alcuna reazione da parte del nuovo governo».
La Commissione europea, ha presentato ai primi di maggio una bozza di bilancio pluriennale 2021-2027 che prevede tra gli altri interventi un aumento di 2,5 volte delle risorse per la sicurezza, le politiche sui migranti e la costituzione di un corpo di agenti di frontiera, l’aumento dei fondi per la ricerca e innovazione e per il nuovo mercato unico digitale. Per finanziare l’incremento degli interventi la proposta della Commissione è un taglio netto ai programmi di coesione, cioè alle politiche che tendono a ridurre le disparità regionali, creare posti di lavoro, aprire nuove opportunità commerciali e affrontare importanti questioni globali come il cambiamento climatico e le migrazioni.
«Il taglio proposto è del 10 per cento», ricorda Zardini, «ma per il Veneto potrebbe trattarsi di qualche punto percentuale in più perché a soffrire saranno le regioni più sviluppate, non quelle più arretrate. Mi chiedo tuttavia dove è l’Italia in questo momento. Il bilancio è oggetto di contrattazione tra gli stati e mentre vediamo Francia, Polonia, Ungheria e Spagna molto agguerriti nel difendere gli interessi delle proprie regioni, non abbiamo notizia dei nostri governanti, impegnatissimi su Twitter e Facebook, ma distanti dai tavoli dove si costruiscono le alleanze necessarie a portare a casa i risultati. Il governo precedente e pure il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani, avevano proposto di aumentare leggermente la quota di compartecipazione degli stati membri dall’attuale 1,03 per cento all’1,13 per cento del Reddito Nazionale Lordo. Ripeto, non sappiamo con quali idee andremo a Bruxelles e soprattutto con quali alleanze».
Per il Veneto e soprattutto per gli amministratori veneti «credo sia venuto il tempo di far sentire la propria voce», afferma il deputato. «Prima che tutte le decisioni siano prese e prima di doverci confrontare con eventuali tagli al bilancio europeo sui quali il nostro governo non è stato in grado di intervenire. C’è in piedi un’iniziativa del Comitato europeo delle Regioni che si chiama “Alleanza per la Coesione” e raccoglie tutti gli amministratori locali che chiedono a gran forza ai loro governi e al Consiglio europeo di mantenere intatte le politiche di coesione».
In Veneto, annuncia Zardini, «ci stiamo organizzando per fare fronte comune. La trattativa sul bilancio sarà lunga, durerà fino alla fine dell’anno nella migliore delle ipotesi. I sindaci e tutte le parti interessate si devono mobilitare e fare pressioni sul governo perché porti avanti un’agenda condivisa».
L'articolo di Pantheon Verona

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Statale 12

     


STATALE 12 Basta un comma di due righe per mandare in fumo anni di lavoro Zardini: «Il governo confermi i 140 milioni stanziati dal ministro Delrio»
Verona, 12 giugno 2018
« Basta un comma di due righe in legge finanziaria per far sparire i soldi stanziati da Delrio e con loro la variante alla statale 12 e anni di lavoro di convincimento e mediazione». Il deputato veronese Diego Zardini ricorda che l’opera è attesa da «molti anni dagli abitanti della zona sud di Verona soffocati dal traffico e dal continuo passaggio di mezzi pesanti. La variante doveva già essere cantierabile, ma le amministrazioni comunali non erano finora riuscite a trovare una soluzione urbanistica».
«Apprendiamo che la variante alla statale 12 tra Isola della Scala e Verona si potrà fare. Il comune capoluogo sembra aver risolto il nodo sugli ultimi chilometri del tracciato e la Regione ha assicurato che entro qualche mese sarà riavviata la progettazione preliminare dell’opera».
C’è stato il rischio addirittura di perdere il finanziamento statale di quasi 140 milioni di euro con uno scambio di accuse tra la Regione e il Comune. «L’anno scorso però siamo riusciti a mettere intorno al tavolo l’Anas, la Regione e il ministero delle Infrastrutture», riferisce Zardini. «In quell’occasione l’allora ministro Graziano Delrio rassicurò tutti i soggetti sullo stanziamento dei fondi che sarebbero stati disponibili da quest’anno, cioè dal 2018. Purtroppo, se i tempi attuali verranno rispettati, i fondi stanziati dal governo del PD non potranno essere spesi prima dell’autunno del 2020 data in cui si prevede l’avvio dei cantieri. Sarà compito quindi dell’attuale governo confermare la volontà di costruire l’opera, lo stanziamento e la sua entità. Sappiamo fin troppo bene infatti che basta una disattenzione, due righe scritte male o con qualche malizia e tutte le promesse del Comune e della Regione se ne andranno su per il camino. Noi vigileremo perché ciò non accada, ma chiedo ai colleghi veronesi in maggioranza di aiutarci a non farci scippare dal governo un’opera così importante».
l'articolo de L'Arena

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Opposizione dura senza preconcetti

     



Verona, 2 giugno 2018

«Saremo una forza di opposizione intransigente, ma senza preconcetti. Lavoreremo per il bene dell’Italia e degli italiani con l’auspicio di migliorare le condizioni economiche e la qualità della vita di tutti, in particolare dei quasi otto milioni di persone che vivono in povertà». Il deputato veronese Diego Zardini assicura l’atteggiamento responsabile del Partito Democratico nei confronti del nuovo esecutivo. «Nessuno di noi auspica un peggioramento delle cose, ma non permetteremo di smantellare quelle riforme che hanno consentito l’uscita dalla crisi economica e l’aumento dell’occupazione».
Dopo novanta giorni e una delle crisi politiche più lunghe e più dure della storia repubblicana l’Italia ha finalmente un governo. I meriti vanno riconosciuti in primis al presidente Sergio Mattarella che ha faticosamente cercato la formazione di un governo fedele ai trattati internazionali, alla collocazione atlantica, all’Unione europea. «Con la solidità dell’uomo delle istituzioni, inscalfibile anche di fronte agli attacchi scomposti e volgari dei vari Di Maio e Salvini, il presidente è riuscito a dare un governo al Paese», afferma Zardini. «Purtroppo, le buone notizie finiscono qui. Perché è chiaro a tutti che ci saranno forze che tenderanno in direzioni diverse, anche all’interno dell’esecutivo. Vedremo se il vero volto di questo governo sarà il ringhio di Salvini contro gli immigrati o quello diplomatico e misurato di Moavero Milanesi, se prevarranno le parole in libertà di Di Maio o l’approccio accademico di Tria».
C’è un compito però che riguarda le forze di opposizione e il Pd: «Siamo in una situazione estremamente fragile», dice Zardini. «Abbiamo un debito pubblico altissimo, in gran parte in mano a investitori italiani e la ripresa economica è debole e dovuta essenzialmente a fattori esterni. Noi dovremo vigilare perché i passi avanti fatti negli ultimi sette anni non vengano dispersi e i sacrifici fatti dagli italiani non siano dissipati. Come hanno sottolineato pochi giorni fa diversi attori, per ridurre il debito non ci sono scorciatoie e se soluzioni miracolistiche finora non sono state trovate è probabilmente perché non ne esistono. Non ci possiamo permettere avventure. Come non ci possiamo permettere di tornare indietro in tema di diritti civili e di sostegno ai più deboli. Abbiamo allargato la sfera delle libertà a tutti i cittadini e approvato una serie di provvedimenti a sostegno dei più bisognosi. Indietro non si torna».

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Melegatti: i lavoratori pagano scelte management

     


Verona, 30 maggio 2018
«La vicenda Melegatti si conclude nel peggiore dei modi. L’inconcludenza e l’impreparazione del management aziendale lo pagheranno i lavoratori, i fornitori e i creditori». Il deputato veronese Diego Zardini chiede uno «sforzo straordinario», alle altre imprese veronesi del settore dolciario per assorbire il personale in uscita da Melegatti. Con il fallimento saranno circa 350 le maestranze che dovranno trovare un nuovo lavoro.
«Si tratta comunque di personale qualificato, in gran parte con esperienza consolidata nell’industria dolciaria», afferma Zardini. «A loro va la mia solidarietà, ma credo che la scomparsa di Melegatti, per quanto dolorosa, apra opportunità per le altre aziende del settore già presenti a Verona. Si liberano fette di mercato importanti e potranno essere coperte con un aumento della produzione. Mi rendo conto che sarebbe ingenuo fare semplici somme algebriche, ma credo comunque che una quota importante di lavoratori, impiegati e addetti alle vendite di Melegatti possa essere facilmente e rapidamente riassorbita».
Sono a conoscenza, conclude Zardini, «che il sindacato sta facendo al meglio il proprio lavoro e mi metto ovviamente a disposizione per qualsiasi azione possa essere utile ad alleviare le tensioni e lo stress di queste 350 persone e delle loro famiglie».

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