REFERENDUM AUTONOMIA: NON C’È SPAZIO PER AVVENTURE

     

24 Ottobre 2017
REFERENDUM
«Non c’è spazio per pericolose avventure catalane in Veneto. Zaia non tradisca il mandato degli elettori che domenica hanno affermato la propria richiesta di autonomia all’interno dell’unità nazionale e nell’alveo delle regole della Costituzione». Il deputato veronese Diego Zardini è allarmato dalla presa di posizione del presidente regionale il giorno successivo al referendum. «Chiedere lo statuto speciale o di trattenere i nove decimi dei tributi è semplicemente una provocazione per farsi respingere dal governo e dal parlamento qualsiasi proposta e continuare la personale campagna elettorale ideata da Zaia per prenotare una poltrona da ministro se non, addirittura, la candidatura a premier del centrodestra», afferma Zardini. «Domenica sulla scheda c’era scritta tutt’altra cosa. C’era l’autonomia differenziata scritta in Costituzione nel 2001 dal centrosinistra a cui la Lega Nord è arrivata dopo sedici anni di travaglio, superando fasi secessioniste padane, fantasiose macroregioni del nord e inattuabili devoluzioni. La campagna referendaria è stata condotta dalla Lega in modo irresponsabile, condita di menzogne e promesse irrealizzabili come lo statuto speciale, il residuo fiscale e modifiche tributarie. Nulla di tutto ciò è previsto dalla Costituzione e soprattutto non era quesito proposto. Queste bugie hanno contribuito ad abbassare l’affluenza, prevista al 70 per cento e fermatasi al 58, con picchi negativi in quasi tutti i capoluogo delle province venete. Anche lo spreco di danaro, 15 milioni di euro, che con una linea già adottata dall’Emilia Romagna avrebbe potuto essere evitato, ha tenuto decine di migliaia di cittadini lontano dalle urne». Ora, conclude Zardini, «non si perseveri nell’errore. Siamo in ritardo di sedici anni sulla tabella di marcia, e la classe politica al governo della Regione ha già mostrato imbarazzanti limiti proprio dove ha avuto spazi reali di autonomia (Mose, banche, Pedemontana solo per citare i più evidenti). Zaia dimostri di essere in grado di passare dalle promesse ai fatti e intavoli una trattativa seria con lo stato per ottenere le deleghe sulle materie previste dalla Costituzione. Nulla di più hanno chiesto i veneti con il referendum. Qualsiasi altra fantasia rischia di allontanare l’obiettivo e di tradire il mandato dei cittadini»

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245 milioni per la provincia di Verona

     




È arrivato il tanto atteso via libera della Corte dei Conti per lo stanziamento dei soldi messi a disposizione nella legge di stabilità per far fronte alle più urgenti questioni ambientali nella nostra provincia. Una notizia che stavamo aspettando e che accogliamo con soddisfazione: 80 milioni per la bonifica da Pfas, 65 per la discarica di Pescantina, che si aggiungono ai 100 milioni che finanziano la realizzazione del nuovo depuratore per le acque del Garda per un totale che ammonta a quasi un quarto di miliardo di euro. È il risultato di un grande lavoro fatto in questi anni, partito dell'ascolto dei territori e dei bisogni veri delle comunità. Un lavoro che è continuato, costante e silenzioso, anche di fronte alle polemiche sterili di chi ha preferito agitare spettri e paure, non facendo di certo un buon servizio ai cittadini. Noi abbiamo preferito la strada dell'impegno serio nel trovare soluzioni. Non senza difficoltà certo, seguendo un iter scrupoloso ma necessario, viste le ingenti risorse di cui parliamo. Un grazie sentito va ai sindaci e agli amministratori attenti e pazienti. Senza la loro solidità e la costante presenza non avremmo avuto le credenziali per chiedere l'enorme stanziamento che siamo riusciti ad ottenere. Siamo convinti che questo traguardo sia la migliore dimostrazione che alle volte più dell'autonomia serve il buon governo. Ora ci aspettiamo soddisfazione e tripudio dalla Regione Veneto, che porta a casa tutte queste risorse. E soprattutto ci aspettiamo che faccia la sua parte per il collettore, perché non possiamo perdere un finanziamento tanto importante. Con l'ok della Corte dei Conti non c'è più spazio per le strumentalizzazioni di chi insinuava che i soldi non sarebbero arrivati. Mancava un ultimo passo, che ora si è compiuto mettendo il timbro e la parola fine a tutte le polemiche.

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