Villa Balladoro: urgente un tavolo di lavoro

     


VILLA BALLADORO Zardini e Bigon: subito un tavolo di lavoro Mettere insieme Comune, Soprintendenza e Ministero D’accordo tutti i parlamentari e il ministro Fontana
Verona, 17 Gennaio 2019
Serve immediatamente un tavolo di lavoro per Villa Balladoro. Ne ho parlato con il ministro Fontana e con i deputati veronesi, di tutti partiti e siamo d’accordo sulla necessità di intervenire tempestivamente». Il deputato veronese Diego Zardini è da settimane al lavoro per salvare il contributo di un milione e 700 mila euro stanziato dal precedente governo per il restauro di Villa Balladoro a Povegliano e per la costituzione del polo museale.
«Insieme all’allora sindaco Anna Maria Bigon abbiamo lavorato due anni per ottenere quel finanziamento», ricorda Zardini, «ora dico che non possiamo nemmeno pensare di perderlo perché l’amministrazione è cambiata e il Comune non in un anno e mezzo non è ancora riuscito a redigere il progetto di gestione. C’è ancora tempo, poco, ma se tutti ci diamo da fare, forse otterremo il risultato che a Povegliano e in tutta la provincia di Verona i cittadini si aspettano. Quel sito ha valenza extra comunale e non può rimanere in stato di abbandono».
Il primo passo, suggerisce il deputato, «è costituire un gruppo di lavoro con il sindaco di Povegliano, la Soprintendenza, il ministro dei Beni culturali e i parlamentari di maggioranza e opposizione. Dai colloqui avuti in questi giorni con i colleghi e con il ministro Fontana c’è la disponibilità di ciascuno a fare la propria parte senza distinzioni di colore politico. Un primo segnale incoraggiante per salvare il progetto e fare di Villa Balladoro un luogo di studio, di cultura e di attrazione turistica di valore nazionale».

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A22: ci saranno pesanti danni per Verona

     


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l'articolo del Corriere di Verona

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Presentazione comitato a sostegno mozione Martina-Richetti

     


CONFERENZA STAMPA Comitato a sostegno Martina e Richetti Martedì 15 gennaio alle 11 la presentazione in via Valverde a Verona
Verona, 14 Gennaio 2019
Sarà presentato ufficialmente domani, martedì 15 gennaio, il comitato sostenitore della mozione Martina – Richetti attivo in provincia di Verona. La presentazione è in programma alle ore 11 nella sede provinciale del Partito democratico, in via Valverde a Verona.
All’incontro, oltre ai componenti del coordinamento, saranno presenti anche alcune delle persone che illustreranno la mozione nei circoli del Partito Democratico veronese durante questa fase congressuale.
I lavori del coordinamento sono aperti al contributo di tutti gli iscritti, gli elettori e i simpatizzanti del Partito Democratico e, terminate le convenzioni all’interno dei circoli, proseguiranno anche durante la campagna elettorale che si concluderà con le primarie del 3 marzo prossimo.

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PFAS: Sì ai limiti zero. Pronti ad aiutare il governo.

     



PFAS: Sì ai limiti zero. Pronti ad aiutare il governo.
Parlamentari veronesi del Pd questa mattina con il comitato no-pfas dal ministro Costa.

Roma, 10 Gennaio 2019

«Una legislazione nazionale che ponga limiti uniformi alla presenza di Pfas nelle acque sarebbe auspicabile e sicuramente utile». Il deputato veronese Diego Zardini, ha partecipato questa mattina insieme alla collega Alessia Rotta e al senatore Vincenzo D’Arienzo, all’incontro dei rappresentanti del comitato “Mamme No Pfas” del Veneto con il ministro dell’Ambiente, Costa.

«Siamo pronti a dare una mano al governo», affermano Zardini, Rotta e D’Arienzo. «La salute delle persone è prioritaria e non ha certo colore politico. Nel dettaglio, c’è bisogno di concludere velocemente l’iter delle linee guida sui limiti agli inquinanti nelle acque predisposto dal ministero e farlo diventare un provvedimento di legge. È una materia concorrente, quindi per l’approvazione finale sarà necessario un accordo tra lo Stato e le Regioni».

Le rappresentanti del comitato hanno chiesto al ministro tempi veloci e certi, ma Costa non è stato in grado di soddisfare questa richiesta. «Probabilmente non dipende solo dal ministero dell’Ambiente», ipotizza Zardini, «ci sono più soggetti che hanno competenza in materia. Proprio per questo siamo disponibili dall’opposizione a collaborare per arrivare a una norma italiana che metta il limite zero alla presenza di Pfas nelle acque e appoggiamo la domanda del comitato di estendere questo limite in tutti i Paesi dell’Unione europea».

A settembre, in occasione della conversione in legge del decreto Genova, ricorda Zardini, «con una collega avevo presentato un emendamento per azzerare la presenza dei Pfas nelle acque, ma la maggioranza ha deciso di respingerlo e bocciarlo».

I parlamentari del Partito democratico intendono proseguire con coerenza quanto fatto in questi anni, pur non essendo esaustivo, con interventi molteplici e su più livelli a favore delle istanze no pfas, quali:lo stanziamento di 80 milioni di euro per le condotte alternative; la norma sugli ecoreati che ha permesso alla Procura di avviare un’indagine nei confronti della Mitemi; lo stop alla plasmaferesi sollecitando la Regione Veneto e l’Istituto superiore di Sanità a trovare una soluzione sanitaria per le persone affette.

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Fondazione Arena: PD chiede Consiglio di indirizzo aperto

     


FONDAZIONE ARENA Pd chiede Consiglio di indirizzo aperto Cresce la preoccupazione per il futuro dell’ente. Incontro con i sindacati
Verona, 17 Dicembre 2018
Parlamentari e consigliere regionale del Pd chiedono la convocazione di un Consiglio di indirizzo aperto di Fondazione Arena per comprendere quali azioni siano state fatte finora e cosa resta da fare per salvare l’ente. Questa mattina una delegazione del Partito democratico, con i deputati Diego Zardini, Alessia Rotta, il senatore Vincenzo D’Arienzo e la consigliera regionale Orietta Salemi, ha incontrato i sindacati dell’ente. Cresce infatti la preoccupazione per il futuro della Fondazione Arena, soprattutto per l’emendamento alla legge di bilancio presentato dal governo. Il provvedimento impone un interpretazione restrittiva della legge Bray e rischia di penalizzare in particolare la Fondazione Arena.
«Rispondiamo all’appello dei sindacati e alle preoccupazione per il futuro», spiegano gli esponenti democratici al termine dell’incontro. «Il piano di rilancio pensato dal commissario per adempiere alla legge Bray non sembra corrispondere alle aspettative create e pagate con i sacrifici dei lavoratori. A conti fatti il piano non va nella direzione giusta, tanto più che molti dei nodi storicamente aperti non sono stati risolti: i rapporti con la società Arena di Verona Srl che si occupa delle attività extra lirica, i rapporti con il museo Amo e in particolare la patrimonializzazione della Fondazione».
Con la legge Bray, lo Stato ha investito oltre 8 milioni di euro per il rilancio della Fondazione Arena.
«Nonostante l’apertura di credito da parte dei sindacati e dello Stato alla nuova gestione», riportano Alessia Rotta e Diego Zardini, «siamo nuovamente in una situazione molto difficile. Chiediamo di incontrare il presidente della Fondazione e un consiglio di indirizzo aperto con la partecipazione dei parlamentari e dei consiglieri regionali per capire cosa bisogna fare per garantire il futuro della Fondazione».
Purtroppo al momento, sottolineano D’Arienzo e Salemi, «l’attuale ministro non ha ancora incontrato i lavoratori nonostante le ripetute richieste di un confronto».

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Ferrovie: la Verona-Rovigo tra le peggiori d’Italia

     


FERROVIE La Verona-Rovigo tra le peggiori d’Italia Zardini, Crivellari e Businaro: «Servono 30 milioni per l’elettrificazione»
Verona, 13 Dicembre 2018
La tratta ferroviaria Verona Rovigo rimane una delle linee più problematiche in Italia. Lo certifica anche quest’anno il rapporto di Legambiente, Pendolaria 2018. Treni vecchi, servizio a singhiozzo e tempi di percorrenza che si allungano anno dopo anno stanno portando all’esasperazione i pendolari che, non a caso, diminuiscono con costanza.
«La Regione Veneto», spiegano il deputato veronese Diego Zardini, l’esponente del Partito democratico di Rovigo, Diego Crivellari e la consigliera comunale di Rovigo Giorgia Businaro, «avrebbe la possibilità di intervenire e di ridurre i disagi. Uno dei problemi è l’elettrificazione di due terzi dei 97 chilometri e il potenziamento della capacità della linea. Il costo è tutt’altro che esorbitante, circa 30 milioni di euro, ma sembra mancare del tutto la volontà politica. Infatti, non c’è un euro disponibile per il potenziamento della linea».
La Regione Veneto ha rinnovato a gennaio il contratto di servizio assicurando a Trenitalia, senza gara pubblica, quindici anni di gestione delle ferrovie regionali per la cifra di 4,5 miliardi di euro.
Il bacino di utenza della linea, ricordano Zardini, Crivellari e Businaro «è in teoria molto ampio, circa 430 mila persone. La tratta avrebbe le potenzialità per trasportare un numero di pendolari superiore rispetto a quello odierno, con vantaggi enormi sulla sicurezza, sul traffico in ingresso e uscita dalle città di Rovigo e Verona e sulla qualità della vita dei lavoratori».
Negli ultimi anni, però, sottolinea il rapporto di Legambiente, c’è stato un deterioramento del servizio. Quindici anni fa il treno più veloce impiegava 1 ora e 25 minuti, oggi 16 minuti in più. Non c’è poi un sistema di bigliettazione unica che agevolerebbe gli spostamenti tra le diverse località lungo la linea. Il costo del biglietto a fronte di un servizio così inefficace è esorbitante: 2,55€ per 13 km.
Senza gli investimenti infrastrutturali a poco serviranno i nuovi treni che dovrebbero entrare in servizio dall’anno prossimo.
«Poiché l'accordo tra Trenitalia e Regione prevede investimenti in cambio di una concessione di 15 anni nella gestione del servizio (10 + 5 in opzione), la Regione deve utilizzare parte di quelle risorse che, lo ricordiamo arrivano dallo Stato e non dal bilancio regionale, per il potenziamento di alcune linee in particolare dove il servizio è particolarmente deficitario in termini di tempi, continuità e qualità», concludono Zardini, Crivellari e Businaro.

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