CONGRESSO DELLA FAMIGLIA
Sbagliato dare legittimità istituzionale
Diego Zardini parteciperà alla contromanifestazione del 30 marzo
Verona, 27 marzo 2019
Il Congresso mondiale delle famiglie in programma a Verona il prossimo fine settimana offre l’occasione di riflettere sullo stato della libertà nel nostro Paese. Libertà di espressione in primo luogo. Il vero tema a mio avviso non sta nella legittimità di tenere un convegno, perché non è e non può essere in discussione la possibilità di esprimere il proprio pensiero finché rimane tale, almeno fin tanto che non si traduca in azioni, magari discriminatorie o in espressioni offensive o finché non si traduca in proposte legislative in contrasto con la Costituzione.
Un elemento centrale poi è la libertà di comportamento individuale. Nella misura in cui ciascun cittadino, uomo o donna, rispetta le regole e la convivenza civile, ha tutto il diritto di impostare la propria vita esattamente come desidera e nessuno, tanto meno lo Stato, può occuparsi del suo privato.
Ed è da questo punto di vista che risulta inaccettabile la partecipazione di esponenti del governo locale e nazionale al Congresso di Verona.
Che organizzazioni di estrema destra o dell’integralismo considerino famiglia solo quella composta da un padre, una madre e tanti figli, possibilmente non adottati, rigorosamente procreati secondo natura, non mi sorprende. Queste organizzazioni sembrano ossessionate dal tempo. Incapaci di coglierne il divenire e le trasformazioni continue, in preda alle ansie che i mutamenti sociali sempre più veloci comportano, provano a fissare l’immagine a un passato più immaginato che reale, e per questo facilmente idealizzabile, ma in quanto tale posticcio e al di fuori di qualsiasi contesto storico volessimo prendere in considerazione. Tralascio l’opportunismo di quei politici pronti a fare leva sulle paure e sulle incertezze per assicurarsi delle buone carriere e che, a dispetto dei loro stessi, legittimi, comportamenti personali, saranno in prima fila o addirittura sul palco della manifestazione veronese, come Salvini (due figli con due persone diverse) o Meloni (una figlia fuori dal matrimonio). Si tratta solo dell’ennesimo esempio di una classe dirigente abituata a predicare in un modo per gli altri e razzolare in un altro per loro.
Del tutto inaccettabile, invece, la presenza accreditata di membri del governo che partecipano, in veste istituzionale, al Congresso. Se ciascuno, nei limiti del rispetto delle idee altrui, è libero di pensarla come gli pare, oggi siamo tutti meno disponibili a permettere che lo Stato metta il naso nel nostro vissuto personale, nel nostro stile di vita e, magari, pretenda di imporci modelli, ruoli e norme di comportamento del passato e talvolta addirittura in contrasto con la Costituzione. Dare legittimità istituzionale all’iniziativa di Verona era, a mio avviso, un errore da non commettere. Il passo successivo potrebbe essere la proposta di controllo su altri aspetti della nostra vita o la pretesa di costringere il nostro privato a credenze religiose o costumi che non ci appartengono. Verrebbe meno, in sostanza, la laicità della nostra società dove, pur con tutti i difetti e le contraddizioni, chiunque è libero di