Verona molto peggio delle altre Province. Perchè? Domande rimaste senza risposta.

     


La provincia con più deceduti Al 14 aprile la provincia di Verona ha più di un quarto dei morti di tutto il Veneto (259 su 906). A Verona sono morte 2,5 persone ogni 10.000 abitanti. Verona conta molti più morti di Padova (169 morti, pari a 1,7 persone ogni 10.000 abitanti), di Venezia (132 morti, pari a 1,5 persone ogni 10.000 abitanti) e persino di Treviso (165 morti, 1,8 persone ogni 10.000 abitanti). La provincia con più positivi Verona è la provincia veneta con più casi di positivi dall'inizio dell'emergenza (3572). Sono di più rispetto a Padova (3407) e quasi il doppio rispetto ad altre province parimenti popolose (2032 a Treviso e 2008 a Venezia). La provincia con più ricoveri e terapie intensive Al 13 aprile a Verona risultavano ricoverate 533 persone, delle quali 73 in terapia intensiva. Quasi il doppio che nelle altre province venete. A Padova 255 ricoveri dei quali 38 in terapia intensiva. A Treviso 254 ricoveri, dei quali 39 in terapia intensiva. A Venezia 235 ricoveri, dei quali 39 in terapia intensiva. (dati al 13 aprile) La provincia con meno persone in isolamento domiciliare Verona è la provincia del Veneto, tra quelle più popolose, con meno soggetti in isolamento domiciliare: 2226 rispetto ai 4882 di Padova, 3531 di Venezia, 3087 di Treviso. È peraltro l'unica provincia ad avere più soggetti attualmente positivi (3014) rispetto ai soggetti in isolamento. La provincia con meno negativizzati sierologici A Verona risultano 299 soggetti negativizzati. Circa la metà che nelle altre province più popolose. A Padova sono 763, a Treviso 425, a Venezia 650.
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Perché queste enormi diversità nei dati riguardanti Verona rispetto alle altre province venete? Si potrebbero abbozzare delle risposte più precise se si conoscesse il numero dei tamponi eseguiti in ciascuna provincia veneta. Purtroppo nè l'assessore regionale Lanzarin né il direttore generale Mantoan, né il dg ASL 9 Girardi sono stati in grado finora di fornire tale dato, nemmeno a domanda diretta dei consiglieri regionali. Per questo torniamo a chiedere con forza: quanti tamponi sono stati eseguiti a Verona rispetto al numero regionale? Quale capacità di analizzare tamponi esiste nella provincia di Verona rispetto alle altre province venete? Come funziona il controllo delle persone positive e dei contatti stretti? Perché a Verona sono di più i positivi che i soggetti in isolamento? È meno efficace che altrove l'individuazione ed il monitoraggio dei contatti stretti? Oppure si hanno meno persone in isolamento domiciliare perché si effettuano meno tamponi che nelle altre province? È in grado la Regione di assicurare che tutti i contatti stretti di soggetti positivi siano sottoposti a isolamento domiciliare, a verifica delle condizioni e a tampone finale prima di essere "rimessi in libertà"? Quanti dei positivi sono stati contagiati durante il ricovero negli ospedali o nelle case di riposo? L'elevato numero dei contagi su Verona è legato alla mancanza di DPI per il personale sanitario in ospedale e case di riposo più volte denunciato dai Sindaci e dai sindacati? Quanti sono i tamponi eseguiti su personale medico e sanitario? Quanto tempo impiegano ad arrivare i risultati dei tamponi sul personale medico e sanitario? Quale percentuale di

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Coronavirus: grazie alla Farnesina per il rientro dei cinque alpinisti veronesi

     

CORONAVIRUS Zardini, (PD): «Grazie alla Farnesina per il rientro dei cinque alpinisti veronesi»
Verona, 8 aprile 2020
«Grazie all’ottimo lavoro della Farnesina, cinque scialpinisti veronesi bloccati da inizio marzo in Tajikistan sono rientrati oggi in Italia. Mentre continua l’impegno del ministero degli Esteri per rimpatriare tutti gli italiani fermi all’estero per mancanza di voli, desidero ringraziare la vice ministro agli Affari Esteri, Marina Sereni, per essere riusciti a riportare in Italia Giuliana Steccanella, Giorgio Bona fini, Andrea Micheli, Anna Paola Perazzolo e Fabio Bullo». Lo afferma il deputato veronse del Pd, Diego Zardini.
I cinque scialpinisti della sezione Cai “Cesare Battisti” di Verona erano partiti a febbraio per una spedizione umanitaria in Afghanistan. Erano rimasti bloccati in Tajikistan da inizio marzo dove sono stati messi in quarantena per la cancellazione di tutti i voli. Ora potranno finalmente trascorrere la Pasqua a Verona con le proprie famiglie.

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Inquinamento: dal ministero 10 milioni per bus verdi. A Verona serve piano contro PM10

     

fonte foto Wikipedia
INQUINAMENTO Zardini, (PD): dal ministero 10 milioni per bus ‘verdi’. A Verona serve piano contro PM10
Verona, 4 aprile 2020
Il Comune di Verona riceverà quasi dieci milioni di euro dal Ministero per le Infrastrutture per acquistare autobus elettrici, a metano o idrogeno. I finanziamenti sono stati decisi dal governo nell’ambito di un programma nazionale di riduzione dell’inquinamento e sono stati assegnati ai 38 comuni italiani che nel biennio 2018-2019 hanno registrato i più alti livelli di inquinamento PM10 e biossido di azoto.
«I fondi sono proporzionali al numero di giornate di sforamenti», nota il deputato veronese Diego Zardini. «Verona è la settima città nell’infelice classifica delle città italiane più inquinate e dunque riceverà risorse corrispondenti. Tutti noi auspichiamo che questi 10 milioni vengano prontamente spesi per sostituire i mezzi più vecchi della flotta ATV. Con le risorse del ministero è possibile acquistare da 20 a 30 bus nuovi a seconda del modello. Ancora più importante è però far rientrare il rinnovo delle flotte in una strategia complessiva di contrasto del traffico e dell’inquinamento. A Verona, purtroppo, siamo ancora molto indietro. I ritardi nell’attuazione delle nuove linee filobus, dei nuovi parcheggi scambiatori e di un piano del traffico realmente efficace sono noti. A pagarli è in prima istanza la salute delle persone».
Il piano del governo è valido per il quinquennio dal 2019 al 2023. Questo significa che anche eventuali acquisti di mezzi già decisi l’anno scorso e per l’anno attuale, possono essere rendicontati e finanziati.
«È un’altra occasione offerta dallo Stato a Verona per affrontare seriamente i problemi di inquinamento e di traffico», dice Zardini. «Ricordo che il valore limite giornaliero di PM10 a salvaguardia della salute umana è di 50 microgrammi per metro cubo, da non superare per più di 35 giorni l’anno. A Verona, a causa della somma degli effetti generati dalle diverse sorgenti di emissione in atmosfera e dalle condizioni atmosferiche di elevata stabilità e scarsa circolazione dei venti, si rilevano superamenti ripetuti del valore limite giornaliero per il PM10, soprattutto nel periodo invernale. Nel 2019 la centralina Arpav di Giarol Grande ha registrato 48 giorni di superamento del limite, mentre il punto di rilevamento di Borgo Milano ne ha registrati addirittura 59».

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Coronavirus: dalla Regione 0 risorse per crisi. Polemiche sindaci Lega sono indecenti

     

CORONAVIRUS Zardini, (PD): dalla Regione 0 risorse per crisi. Polemiche sindaci Lega sono indecenti
Verona, 30 marzo 2020
«Quanti soldi ha messo la Regione Veneto per la cassa integrazione? Quanti per gli albergatori la cui stagione è finita prima ancora di cominciare? Quanti milioni per sostenere i piccoli commercianti? Quante decine di milioni per i lavoratori lasciati a casa? Un bello zero tondo su tutto. Ascoltare qualche sindaco leghista lamentarsi dei 400 milioni aggiuntivi stanziati dal governo per i bisogni alimentari delle persone più deboli, sapendo che 28 milioni arriveranno in Veneto, che non è certo una delle aree più povere d’Italia, fa venire il voltastomaco. Invece di lavorare per la propria comunità, gli amministratori della Lega passano il tempo a fare polemiche».

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Coronavirus: stop polemiche, regione veneto stanzi i fondi per lavoratori e imprese

     

CORONAVIRUS Stop alle polemiche, Regione stanzi fondi per lavoratori e imprese RI parlamentari del PD: «Marcato la smetta di inventarsi contrapposizioni»
Roma, 26 marzo 2020
Prima di scatenare inutili polemiche, sarebbe interessante conoscere l’entità delle misure economiche e dei finanziamenti stabiliti dalla Regione del Veneto a sostegno dei lavoratori, tutti, che hanno perso o rischiano di perdere il reddito a causa della crisi sanitaria in atto. Il governo nazionale ha reagito stanziando 25 miliardi di euro, pari a 414,5 euro pro capite per i 60 milioni di abitanti italiani. La Regione quanto ha stanziato fino ad oggi?.
Senatori e deputati veneti del Partito democratico chiedono alla Regione Veneto di «tentare di fare la propria parte. Spiace sentire le parole inappropriate dell’assessore regionale Marcato anche in un momento come questo. La ripartizione delle risorse per la cassa in deroga avviene secondo criteri oggettivi basati sul numero di aziende e lavoratori.
Non c’è alcuna discrezionalità e nessuna penalizzazione del Veneto, confermano i parlamentari. Il vittimismo è il solito modo di scaricare le responsabilità all’esterno quando invece Marcato e la sua giunta dovrebbero pensare a quante risorse, ci auguriamo, metterà la regione Veneto.
Come spiegato dal ministro dell’economia Gualtieri, le misure disposte dal decreto Curaitalia per fronteggiare l’emergenza Covid sono come ‘vasi comunicanti’. Significa che eventuali risorse non assorbite in altre misure potranno essere spostate ad altre voci senza ulteriori provvedimenti di legge, come disposto in clausola dal decreto stesso. Inoltre va ricordato che la Cassa integrazione in deroga è stata estesa anche a chi fino ad oggi non ne ha potuto usufruire.

Sen. Vincenzo D’Arienzo Sen. Gianni Dal Moro Sen. Andrea Ferrazzi On. Roger De Menech On. Nicola Pellicani On. Alessia Rotta On. Alessandro Zan On. Diego Zardini
Misure per fronteggiare l'emergenza: quadro sintesi interventi (clicca qui)

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Protocollo per il contrasto virus Covid-19 negli ambienti di lavoro

     


Oggi con l’Italia ferma, milioni di lavoratori continuano a lavorare, per offrirci i servizi essenziali. Non solo medici ed infermieri, ma operai, artigiani, impiegati, commessi e cassieri dei supermercati. Un protocollo molto rigoroso e’ stato siglato e deve essere adottato da tutti i datori di lavoro, con il sostegno dei lavoratori e sindacati. Misure indispensabili come misurare la febbre, mantenere le distanze, igienizzare i locali, favorire il telelavoro ogni volta possibile e se NON si può garantire la salute si deve CHIUDERE.
Gli altri, chi non ha obblighi, deve stare a casa, IN CASA, senza scampagnate, senza inutili passeggiate di gruppo, senza brindisi collettivi: dobbiamo farlo in primis per chi ci sta curando, per chi non può non lavorare, per chi è più debole, prima che per noi stessi.
E’ dura, ma facciamo questo sforzo. Possiamo batterlo, insieme.
SCARICA IL PROTOCOLLO CONTRASTO COVID-19 PER AMBIENTI DI LAVORO ---> protocollo_condiviso.pdf

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