Settimana Europea di Riduzione dei Rifiuti: il Ministero dell’Ambiente presenta il primo documento in tema di sprechi alimentari

     

La seconda Conferenza mondiale sulla nutrizione “Better nutrion, better livers” da poco conclusa presso la sede Fao a Roma ha riportato l’attenzione sulla necessità di abbattere sprechi e iniquità per quanto riguarda l’accesso alle risorse alimentari. L’iniziativa si ricollega al tema al centro dell’Expo di Milano, che rappresenta una grande occasione per ripensare le politiche globali sul cibo e per dar vita ad una nuova cultura dell’uso della terra e delle risorse fondamentali, nonché di lotta allo spreco e alle diseguaglianze.

Nell’ambito della SERR, la Settimana Europea di Riduzione dei Rifiuti, il Governo italiano ha preso in tal senso un impegno nei confronti della lotta allo spreco alimentare con il convegno internazionale “Stop food waste. Feed the placet”, promosso dal Ministero dell’Ambiente in concomitanza con il semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea. In questa occasione è stata presentata la “Carta di Bologna contro lo spreco alimentare”, primo documento ufficiale del Governo italiano in tema di sprechi alimentari, ideato nel contesto del Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti. Sarà ulteriormente portata all’attenzione, in forma ‘partecipata’, delle nazioni che parteciperanno ad Expo e presentato per l’adozione congiunta il 16 ottobre 2015, Giornata Mondiale dell’Alimentazione nell’anno di expo, così da diventare piattaforma comune di lavoro per i Governi del pianeta. La Carta di Bologna si propone di invertire i dati sullo spreco di cibo e promuovere buone pratiche in tema di educazione alimentare sulla base di una definizione per la prima volta condivisa del ‘food waste’, ma anche di metodologie uniformi di quantificazione dello spreco alimentare, azioni comuni da intraprendere, target da raggiungere e modalità di monitoraggio nel tempo per i risultati conseguiti.
Ancora oggi c’è una parte del pianeta che vive nell’eccesso di cibo, mentre un’altra è costretta a vivere lottando ogni giorno contro la fame, contro le speculazioni su cibo, per l’accesso alla terra, e contro il monopolio sulle sementi. Nel nostro Paese si gettano via circa 76 chili di cibo per persona, ed è un bene che importanti iniziative siano avviate con azioni per limitare questa situazione: dalla riduzione degli sprechi lungo l’intera filiera, all’etichettatura con doppia scadenza; dalle politiche commerciali che promuovano offerte per alcuni prodotti deteriorabili o la cui confezione è solo danneggiata, all’incentivazione della fruizione di prodotti freschi, fino alla programmazione delle forniture legata ai consumi effettivi. In Italia, elaborazioni Last Minute Market rilevano che lo spreco annuo di cibo è di 1.461.018 tonnellate per il residuo agricolo in campo (3,08%), di 2.036.430 tonnellate in ambito industriale-produttivo, di 270.776 tonnellate per lo spreco nella distribuzione. Senza contare il costo dello spreco domestico che nel 2013, secondo l’Osservatorio Waste Watcher, è costato 8,1 miliardi di euro, pari a circa 2,5 kg di cibo gettati ogni mese, per un costo di 32 euro al mese.
Sprecare cibo significa creare danni all’ambiente e all’economia, ma costituisce soprattutto un problema etico. Cambiare questo modello di sviluppo, ridurre gli sprechi e dare valore al cibo è possibile. E porre tale tematica in un contesto come l’Expo 2015 permette di portare avanti un lavoro partecipato a livello mondiale all’insegna del stop food waste.

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