Riflessione sul Referendum Costituzionale

     

Seppure dietro una densa coltre di nuvole anche oggi è sorto il sole.
L’amarezza è tanta e brucia forte. Abbiamo lavorato per il futuro ed il bene del nostro Paese, convinti davvero che riformare l’assetto istituzionale potesse aiutare l’Italia a rafforzare la propria democrazia, superando ataviche problematiche. Abbiamo perso, non siamo riusciti a convincere la maggioranza degli Italiani. Onore a chi ha vinto, ma come dice Renzi anche qualche onere. Almeno quella della proposta. Noi siamo pronti a valutarla perché amiamo fortemente il nostro Paese e siamo pronti per l’ennesima volta a metterci in discussione e fare la nostra parte. Ciò che però non accetteremo è l’accusa di aver voluto togliere democrazia, noi volevamo rafforzarla. Ora siamo al punto di partenza, con tutti i problemi e le questioni aperte. Il governo non era un problema, era un pezzo della soluzione ma come è giusto, ora tocca ad altri dire come uscire, a noi sostenere delle proposte giuste che ci suggerirà il Presidente Mattarella.
Sicuramente devo ringraziare tutta la comunità che si è impegnata attorno al sogno di modernizzare l’Italia, con grande spirito di servizio per salvarla dai rischi del populismo e della demagogia che si è rivelata tanto forte anche da noi, dopo la Gran Bretagna e gli USA. I rischi oggi sono più alti e quindi il nostro ruolo più arduo, ma anche più importante.
La riflessione nel Pd si impone, a caldo su che fare ora per il Paese, con metodo ed ordine su che fare nel e per il partito evitando rese dei conti interne, strumentali e certamente dannose, quindi serve una riflessione vera su cui mettere testa e cuore.
Quindi a tutti coloro che ci hanno sostenuto e hanno creduto di poter cambiare dico di essere orgogliosi, che di tutti voi abbiamo bisogno, di tutti noi ha bisogno il Paese. Per questo ci saremo, oggi, domani e sempre.

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