Per fermare Ca’ del Bue l’unica soluzione si chiama Alessandra Moretti
Leggo con un certo stupore una lezione di coerenza da parte del Sindaco di San Martino Buon Albergo, di cui rispetto le posizioni, ma mi obbliga ad alcune precisazioni.
Avrei tanto gradito avere avuto al mio fianco i compagni di partito di Avesani mentre invece approvavano l’inceneritore in consiglio provinciale di Verona nel 2010.
Avrei voluto vedere i compagni di partito di Avesani lottare in Regione mentre veniva inserito nel piano regionale l’inceneritore di Verona per 150 mila tonnellate annue anche se questi rifiuti in Veneto non ci sono e se come doveroso aumenterà la raccolta differenziata non ci saranno mai.
Relativamente al fatto contestato dell’art. 35 dello Sblocca Italia devo precisare che aveva uno scopo specifico, risolvere un problema del nostro paese e intendo l’Italia.
Ad oggi succedeva che alcune regioni prive di impianti adeguati in grave sofferenza gestionale erano costrette a esportare all’estero i rifiuti sostenendo costi elevatissimi.
Nel contempo ci sono in Italia impianti con linee potenzialmente attive, ma ferme per la mancanza di rifiuti dovuta alla crisi economica e alla positiva azione di riduzione messa in atto da tante amministrazioni virtuose. Anche questo comporta un elevato costo che costituisce uno spreco di risorse pubbliche. Favorire l’incontro tra la TEMPORANEA domanda delle regioni in crisi per la gestione dei rifiuti con l’offerta di impianti sottoutilizzati era l’obbiettivo dell’art. 35. Efficientare un sistema temporaneamente in crisi.
Ma l’azione del governo e’ ben più vasta e mira a rendere autosufficienti le regioni in difficoltà e innovare verso sistemi gestionali del ciclo dei rifiuti più sostenibili nelle regioni più virtuose. Nel Collegato ambientale in discussione al Senato il cuore dell’impostazione e’ la riduzione, il riutilizzo, il riciclo e solo in ultimissima analisi e residuale, quando e se inevitabile, il recupero energetico.
Questo vuol dire che l’impianto di incenerimento di Verona che deve ancora essere costruito NON corrisponde per requisiti ed obiettivi a quanto voleva corrispondere l’art. 35. Inoltre non spettava al direttore generale di agsm ma alla politica proporre di trasformare un impianto che ancora non c’è nel ricettacolo dei rifiuti di tutto Italia. E la Costituzione al titolo V concede alla Regione il compito di decidere se e quanti inceneritori costruire. Per cui per bloccare la follia di un inceneritore che non serve in Veneto e’ sufficiente espungerlo dal piano regionale dei rifiuti ancora in discussione.
Ad Avesani suggerisco un metodo certo per ottenere questo risultato, ci aiuti a voltare pagine nella politica Regionale, sostenga Alessandra Moretti a presidente della Regione Veneto e vedrà che con certezza l’inceneritore non si farà più.