Legge elettorale e voto di fiducia
Care, cari.
Vi scrivo a cuore aperto davanti all’ennesimo grande bivio di questa XVII legislatura. Un numero infelice forse anche se non sono mai stato superstizioso.
D’altronde i parlamentari hanno un certo status ma come ho sempre sostenuto un lavoro faticoso sotto molti aspetti. In particolare per dover decidere, ma mai solo per sé stessi, per il popolo sovrano che cerchiamo di rappresentare al meglio possibile, consapevoli che un nostro gesto resta tracciato. Per sempre.
Io faccio parte di Area Riformista, una delle minoranze PD che ha scelto di mettere al centro le parole Autonomia da Renzi e Responsabilità verso il paese ed il partito. Dopo 24 ore di riflessione e dopo un largo confronto con i miei compagni di ventura più stretti, con tanti militanti, tanti elettori e cittadini, una notte di confronto con la mia coscienza, sostenuto un animato dibattito con alcuni valori per me fondanti, ho deciso. Non ho certezze e sono pieno di dubbi su ciò che è giusto ed invidio chi invece in modo manicheo sa più di me. Mi ha guidato congiuntamente l’amore ed il rispetto reverenziale per le istituzioni repubblicane e democratiche in cui occupo un ruolo denso di responsabilità verso il popolo sovrano e la passione e comunanza con il mio partito per cui ho dedicato larga parte della mia non lunga vita, sacrificando anche molti aspetti legati alla mia vicenda umana e privata. Tenere insieme questi due fari oggi non sarà facile ma è il mio obiettivo perché è il sunto anche delle contrapposte opinioni dentro il partito, nella cittadinanza e arrivatemi dal confronto con voi.
Oggi ci sarà il voto di fiducia sulla legge elettorale. Successe solo due volte dalla nascita d’Italia. Durante il regno agli albori del fascismo nel 1923. Agli albori della Repubblica con la cosiddetta legge truffa. Sono periodi storici e situazioni politiche assolutamente non comparabili, ma un profondo e sincero democratico non può non riflettere su certi parallelismi. A me tremano i polsi. Ritengo un grave errore aver legato così strettamente il governo, non alle riforme che e’ giusto, ma alla legge elettorale e nello specifico ad un particolare testo dato che sarebbe compito del Parlamento legiferare su questa delicata materia cosi determinante per la traduzione del consenso elettorale del popolo in rappresentanza democratica. Un errore, e forse poco motivato, mettere la fiducia sul testo al voto oggi.
Dall’altra parte mi e’ chiaro che faccio parte di una comunità, quella del PD, con tanti difetti ma che resta l’unico baluardo contro i populismi. Per chi crede nella utilità della politica dell’alternanza e’ una doppia responsabilità l’assenza di un centro destra credibile e democratico.
Mi e’ chiaro che al Paese serve un governo in un contesto di crisi, di aspettative, di cambiamento. Ho la convinzione che il paese necessiti di questo governo che sta compiendo miracoli rispetto all’inerzia del passato. Ho consapevolezza che dentro le comunità come nei partiti, se si rimane, si accettano le regole e dopo una discussione se una maggioranza si esprime, regola democratica vuole che la minoranza accetti. Anche davanti a profonde distanze nel merito. Il limite e’ il più grande rispetto per le istituzioni democratiche.
Nel merito credo che questa legge elettorale contenga alcuni limiti rispetto alla possibilità dei cittadini di scegliere i propri rappresentanti, limiti del porcellum ed io penso pure del mattarellum. Avevamo l’occasione di fare meglio. La legge e’ perfettibile ma so che la perfezione non e’ delle cose umane.
Non credo però che sia incostituzionale, penso sia migliorata molto per merito soprattutto di area riformista durante il passaggio al Senato.
Penso che il paese a questo punto meriti che la legge venga approvata.
Per tutte queste considerazioni anche in contraddizioni tra loro voterò la fiducia al mio governo. Non lo faccio a cuor leggero. Non perché dubiti sulla fiducia in questo Governo ma per averlo posto su materia così legata al Parlamento. So anche che il rischio di modifiche nei voti segreti era concreto e il successivo passaggio al Senato un azzardo che rischiava di replicare gli insuccessi del passato. Prometto pero grande vigilanza su come proseguirà la riforma della Costituzione e su quel che accade dentro al Partito Democratico che essendo l’ultimo baluardo del sistema istituzionale italiano contro i diversi populismi merita e necessita grande attenzione e massimo impegno. Il tema del rapporto tra i poteri legislativo ed esecutivo, tra eletti ed elettori, sono temi che non appassioneranno le masse ma per fortuna hanno impegnato le migliori teste pensanti della storia dell’umanità, perché strettamente connessi con il concetto di libertà.
Questo mi porta per la prima volta a distinguermi da alcuni miei punti di riferimento storici. Mi duole molto. Ma sono convinto di essere nella scia dei loro insegnamenti. Infatti credo che abbiano commesso alcuni errori politici altrettanto gravi di quelli di aver posto la fiducia. Preciso meglio. Se oggi si pone la fiducia non è solo colpa di Renzi, ma anche di parte della minoranza.
Per tutte queste ragioni oggi voterò la fiducia al Governo Renzi. Per questo resto saldamente nel partito democratico. Per questo mi sento ancora, e se possibile ancor di più, minoranza nel PD.
Per questo la delusione mi impone ancora maggior impegno.
Perché so che nel partito, nel gruppo parlamentare, nel paese, non sono affatto solo.
On. Diego Zardini