Il governo sblocchi il gasdotto eastMed
Zardini: «L’opera contribuirebbe ad abbassare le bollette e favorisce la transizione verso fonti energetiche di origine non fossile»
Roma, 3 aprile 2019
I deputati Diego Zardini, Sara Moretto e Martina Nardi hanno presentato un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico preoccupati per la mancata firma dell’accordo definitivo per la realizzazione del terminal italiano, a Otranto, del gasdotto eastMed. La firma era in programma entro la fine di marzo ma sembra sia stata messa in discussione e il ministero dell’Ambiente abbia ordinato nuove valutazioni di carattere economico e ambientale.
Il progetto del valore di oltre sei miliardi di euro, è finalizzato a rendere un po’ più indipendente l’Europa dall’energia prodotta in Russia. Il progetto prevede la costruzione di un gasdotto lungo più di duemila chilometri che una volta ultimato porterà in Europa 15-20 miliardi di metri cubi di gas naturale l’anno dai giacimenti al largo di Israele e di Cipro, via Grecia.
«Vogliamo sapere», scrivono i tre deputati nell’interrogazione, «se il governo intende proseguire la realizzazione del progetto EastMed-Poseidon o se invece vuole bloccare un progetto strategico per la diversificazione delle fonti e dei fornitori di gas e che serve a migliorare la sicurezza complessiva degli approvvigionamenti per l’Italia».
La risposta del ministero non chiarisce la posizione del governo, sottolinea Zardini, «rispetto a un progetto che è fondamentale dal punto di vista strategico, economico e soprattutto ambientale. Per favorire la transizione verso fonti rinnovabili, nel prossimi tre decenni avremo infatti bisogno di maggiori quantità di gas naturale».
L’obiettivo di questo progetto, considerato prioritario dall’Unione europea è creare le infrastrutture necessarie per permettere al gas, proveniente da una qualsiasi fonte, di essere acquistato e venduto ovunque nell’UE, a prescindere dalle frontiere nazionali, per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti. La Commissione europea ha inoltre dichiarato il gasdotto EastMed di interesse comunitario ed ha già anticipato circa 100 milioni di euro per gli studi di fattibilità, in attesa dell’accordo definitivo per definire il finanziamento totale.
Il gasdotto rientra nell’ambito dell’apertura del cosiddetto “Corridoio Sud” di cui i governi precedenti hanno approvato il progetto di realizzazione del terminal ad Otranto. Il Ministero dell’ambiente ha dato il parere favorevole nel 2010, il decreto di autorizzazione del Ministero dell’economia e l’intesa con la Regione Puglia sono stati firmati nel 2011 e nel 2017 l’ex ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha siglato una dichiarazione congiunta con i colleghi di Grecia, Cipro e Israele, ottenendo anche l’impegno della UE a cofinanziare i lavori.
«Vista l’assenza di ogni impatto ambientale e i possibili risparmi per gli italiani», dicono Zardini, Moretto e Nardi, «la realizzazione del gasdotto, assieme alla TAP, può rilanciare, il ruolo dell’Italia come il principale hub energetico del Mediterraneo».