Emendamento per assegni di ricerca nei centri nazionali per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale

     

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Durante la discussione al Senato della Legge di Stabilità è stato presentato, grazie alla collaborazione della collega senatrice veneta Laura Puppato, quali membri della Commissione Ambiente di Camera e Senato, un emendamento che permetta alle università, alle istituzioni e agli enti pubblici di ricerca e sperimentazione, all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), all’Agenzia spaziale italiana (ASI) e ai Centri Nazionali per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale di conferire assegni per lo svolgimento di attività di ricerca.
La Legge 36 del 6 febbraio 2004 prevedeva la tutela e salvaguardia delle riserve naturali statali riconosciute di importanza nazionale o internazionale nonché degli altri beni destinati alla conservazione della biodiversità animale e vegetale tramite attività di studio scientifiche e specialistiche cui fanno capo i principali Centri nazionali statali per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale.
I Centri Nazionali per la Biodiversità svolgono attività di conservazione e monitoraggio a supporto del sistema delle aree nazionali protette e delle Reti Nazionali e Internazionali di conservazione e monitoraggio quali Rete Natura 2000, ICP Forest e LTER. Per queste attività specialistiche i Centri Nazionali si avvalgono di finanziamenti comunitari del Regolamento LIFE con progetti che prevedono l’impiego di personale scientifico altamente qualificato corrispondente alla figura dell’assegnista di ricerca.
Tuttavia, la legge 240 del 30 dicembre 2010 modificando la precedente normativa, disciplinò il sistema degli assegni di ricerca escludendo di conseguenza i Centri Nazionali dai soggetti titolati a conferire gli assegni.
Questa mancata inclusione determina una perdita economica per lo Stato italiano, derivante dall’impossibilità per i Centri Nazionali per lo studio e la conservazione della Biodiversità forestale di accedere ai fondi del Regolamento LIFE con i progetti per i quali è indispensabile prevedere la figura dell’assegnista di ricerca.

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