Comuni: sblocco avanzi merito Pd e Consulta

     


COMUNI
Sblocco avanzi merito Pd e Consulta
Zardini, «Usano soldi messi da governo Gentiloni e tolti alle periferie»


Roma, 3 Ottobre 2018


«I Comuni italiani potevano già spendere gli avanzi di amministrazione senza questa carnevalata allestita dai parlamentari della Lega e del Movimento 5 Stelle». Il deputato veronese Diego Zardini spiega che «Lo sblocco degli avanzi è dovuto in base a due pronunce della Corte Costituzionale, la 247 del 2017 e la 101 del 2018. I provvedimenti hanno modificato le norme sulla finanza locale segnando il principio che gli avanzi di amministrazione restano nella disponibilità degli enti. Per utilizzare quelle risorse, comuni e città metropolitane, non hanno alcuna necessità di chiedere spazi».


Non è un caso se «la Ragioneria dello Stato si limiti ad applicare le due pronunce», sottolinea Zardini, «e la circolare del Mef che non nasce certo dal lavoro né dall’esperienza dei parlamentari leghisti, dei quali non è registrato alcun atto parlamentare a riguardo».


Rispetto alle risorse utilizzate, attacca Zardini, «sono state scippate dagli stessi bilanci dei Comuni con il blocco del bando periferie per un totale di 140 milioni di euro e quelle stanziate dal precedente esecutivo per 900 milioni di euro».


Prima delle pronunce della Consulta, ricorda infine il deputato, «i governi del Partito democratico avevano escluso dal patto di stabilità tutte le spese dei Comuni riconducibili ai settori più rilevanti della sicurezza idrogeologica e degli edifici scolastici».

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