COMUNI CONFINANTI: Quattro milioni a 8 comuni veronesi

     

COMUNI CONFINANTI
Quattro milioni a 8 comuni veronesi
Zardini e Rotta: «Possibili manutenzioni, riqualificazioni e iniziative per fronteggiare l’emergenza sanitaria»


Verona, 26 settembre 2020


I comuni della Provincia di Verona confinanti con il Trentino avranno quest’anno a disposizione complessivamente 4 milioni di euro per interventi di miglioramento della viabilità comunale, realizzazione di parcheggi e strutture a servizio della comunità, riqualificazione degli impianti sportivi, potenziamento del settore turistico e interventi a sostegno della comunità per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Ne danno notizia i deputati veronesi Diego Zardini e Alessia Rotta.


«La decisione sull’utilizzo delle risorse», spiegano Zardini e Rotta, «è stata presa dal Comitato paritetico del Fondo Comuni Confinanti, presieduto dal collega Roger De Menech, che nella seduta del 25 settembre ha approvato i programmi di intervento».


I comuni veronesi confinanti sono otto: Bosco Chiesanuova, Brentino Belluno, Dolcè, Erbezzo, Ferrara Monte Baldo, Malcesine, Sant’Anna d’Alfaedo e Selva di Progno.


«La semplificazione attuata dal Comitato», affermano i due parlamentari, «risponde alla necessità di garantire un utilizzo più efficace delle risorse, dare ai Comuni la liquidità necessaria in tempi brevi e permettere al Fondo di gestire le pratiche in maniera più snella».


In via sperimentale per l’anno in corso, i Comuni hanno quindi potuto presentare un’istanza di finanziamento riferita ad un “programma di interventi”, in numero massimo di quattro, rientranti in sette ambiti definiti con l’aggiunta di un nuovo dedicato agli investimenti collegati alla gestione emergenziale da COVID-19.


Rotta e Zardini ricordano l’importanza del dialogo con i sindaci e con le amministrazioni per ottenere azioni efficaci. «Doveroso tenere conto del contesto in cui ricadono i progetti, altrimenti il rischio è ‘fare senza pensare’, che significa spesso sprecare».


Un aiuto concreto ai comuni è anche l’anticipo del 30 per cento delle risorse, altra decisione presa collegialmente dal Comitato per fare fronte alla crisi di liquidità dovuta all’emergenza sanitaria.

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