Caso Ilaria Alpi
«La prima reazione è di vivo stupore per la decisione della Procura. Non è vero che non ci sono i moventi e le prove dei depistaggi, ce ne sono in abbondanza, non si vogliono leggere. La Procura della Repubblica di Roma»: così l’avvocato Domenico D’Amati, legale della famiglia Alpi, commenta la decisione della Procura. «La Procura, dopo lungo tempo – ha aggiunto D’Amati – ha detto che non ci sono gli elementi per richiedere il rinvio a giudizio quando tutti gli elementi emersi fino ad oggi indicano una responsabilità delle autorità italiane per come sono state condotte le indagini. Questo processo, fin dall’inizio, è stato destinato ad abortire».
Nelle parole del legale della famiglia Alpi è riassunta tutta la vicenda. Dopo anni di indagini, di processi, di condanne (una persona, Omar Hassan, detenuta ingiustamente per 16 anni), di testimonianze vere e fasulle, in 80 pagine l’ennesima puntata di giustizia negata. Nemmeno la de-secretazione degli atti di tante stragi, di tanti delitti, a partire da Banca dell’Agricoltura nel 1969, ha contribuito a dissipare le nebbie degli anni e il fumo diffuso ad arte da registi occulti. Quindi ancora una volta non ci sarà Giustizia, i due giornalisti sono stati assassinati ed è tutto quello che sappiamo. Così è per il volo dell’Itavia, per piazza della Loggia, per il treno Italicus, come pure per l’uccisione di Enrico Mattei, o per gli strani suicidi di Sindona, Calvi, Castellari e altri. Risulta evidente che la necessità di una profonda revisione dei meccanismi giudiziari del nostro Paese è non necessaria, ma indispensabile. Un primo passo avrebbe potuto esserlo il Sì al referendum del 4 dicembre dello scorso anno, ma tutti gli apparati hanno pressato per evitare questa svolta; quindi continueremo a vedere inchieste aperte a tamburo battente, prima sui giornali, poi nei tribunali, e poi chiuse sommessamente con archiviazioni più o meno dovute.
Nel caso di Ilaria Alpi è evidente che non si è voluto ricercare la Verità e, anzi, che non sono state individuate le responsabilità di chi ha fatto in modo che la Verità non potesse emergere.