Approvata la relazione sul Veneto della Bicamerale di inchiesta sui rifiuti

     

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Presidente e onorevoli colleghi, io volevo ringraziare la Commissione, il presidente onorevole Bratti, la relatrice onorevole Cominelli, per il grande lavoro che è stato svolto in questi anni nella predisposizione di questa relazione, che ha un lavoro assolutamente puntuale e preciso e che individua una situazione che da un lato, come è stato detto anche dal presidente, fa ragionare, per la regione Veneto, di performances molto importanti per quanto riguarda la gestione dei rifiuti solidi urbani e in particolare per la raccolta differenziata, e intendo anche sottolineare come questi risultati importanti non siano certo merito dell’amministrazione regionale, bensì del lavoro puntuale e preciso di tantissimi sindaci, che da ormai quasi vent’anni lavorano insieme ai cittadini per cercare appunto di elevare le performances di questa regione, portandole ai livelli massimi nel nostro Paese, spesso e volentieri appunto sindaci di orientamento di centrosinistra, in mezzo a tantissime polemiche e critiche, negli anni precedenti, da parte delle amministrazioni o comunque delle minoranze di centrodestra.
Per quanto riguarda la situazione dei rifiuti solidi urbani, appunto, abbiamo detto; invece per quanto riguarda i rifiuti speciali la situazione è ben più critica, come è emerso anche dagli interventi che mi hanno preceduto.
In particolare, la situazione appunto di illeciti diffusi che fanno preoccupare molto, soprattutto quando si evidenzia come funzionari regionali o dirigenti di vari settori estremamente importanti della regione Veneto hanno avuto ruoli estremamente importanti nella predisposizione e nel conferimento di reati di questo genere.
Per quanto riguarda la relazione generale, di carattere più ampio, sono già intervenuti colleghi come Naccarato. Io invece, da veronese, vorrei soffermarmi su alcuni degli elementi che hanno riguardato la provincia di Verona in particolare, provincia Pag. 27che è evidentemente una delle più importanti produttrici di rifiuti e che vede purtroppo importanti inchieste, proprio perché alla fine vediamo come funzionari della regione Veneto siano originari della provincia di Verona e vengano anche citati dalla relazione stessa.
Tra i più gravi casi, come è stato detto anche in precedenza, vi è in particolare il caso della discarica di rifiuti solidi urbani di Ca’ Filissine, nel comune di Pescantina, un comune di circa 19.000 abitanti, che si vede un danno calcolato in circa 60 milioni di euro e non può sicuramente in via autonoma e isolata riuscire a trovare una risposta concreta ed efficace.
Dal 2006 la discarica è sottoposta a sequestro ed è stata dissequestrata solo recentemente.
Purtroppo alla fine le precedenti Amministrazioni comunali non sono intervenute in maniera puntuale e precisa, anzi hanno generato una situazione unica nel nostro Paese, dove la responsabilità per esempio dell’emungimento e dello smaltimento del percolato che si produce nel sistema discarica era a carico del comune anziché del gestore. Questa cosa ha comportato un dispendio di risorse economiche molto importante da parte delle amministrazioni pubbliche e, oggi come oggi, è dal 2011 che il percolato non viene smaltito: siamo arrivati a un battente che supera i trenta metri, arrivando al limite fisico dell’impermeabilizzazione della discarica. Da questo punto di vista, l’amministrazione comunale ha presentato presso la commissione VIA regionale, ancora qualche anno fa, un progetto di bonifica e il conferimento di nuovi rifiuti per finanziare il progetto di bonifica che è stato fortemente osteggiato da alcuni movimenti politici, che non si sono rivelati a mio avviso sufficientemente propensi a collaborare positivamente con un’amministrazione comunale che si è trovata ad avere un’eredità certamente non dovuta a responsabilità proprie. Ma ha avuto anche un contrasto di carattere politico da parte della giunta di centrodestra, che ha fatto sì che la commissione, per più di un anno, non si esprimesse sul progetto che era stato presentato. Solo recentissimamente è stato dato parere favorevole alla compatibilità ambientale e finalmente si è potuto arrivare ad avere un progetto di bonifica approvato, che può consentire ora all’amministrazione comunale, insieme soprattutto alla regione Veneto, che ha fin qui tergiversato su ogni collaborazione, di trovare anche delle risorse aggiuntive, dato che quell’impianto è stato per molti anni impianto strategico regionale.
Quindi, sostanzialmente, ad oggi abbiamo un progetto di bonifica che è molto oneroso, per quanto riguarda l’impatto ambientale, ma che viene considerato compatibile e che, solo attraverso dei finanziamenti esterni, attraverso appunto la collaborazione con la regione, può diventare un progetto che sia più accettabile anche dalle popolazioni del comune di Pescantina e dei comuni limitrofi.
Tra gli altri casi particolarmente gravi che vengono citati nella relazione della Commissione vi è senz’altro l’impianto di incenerimento di Ca’ del Bue, impianto di incenerimento anche questo fermo dal 2006 e che ad oggi non ha ancora avuto nessuna soluzione relativamente al proprio futuro. Finalmente, solo qualche mese fa, Agsm, che è la municipalizzata di proprietà del comune di Verona e gestore dell’impianto, è riuscito a individuare un’ipotesi di riattivazione dell’impianto che non preveda la termovalorizzazione bensì un trattamento meccanico-biologico che può consentire di arrivare a un accordo anche attraverso i comitati che hanno protestato negli anni precedenti.
Per quanto riguarda altri casi che sono stati citati, come quello della Sun Oil di Sona e dello stoccaggio di rifiuti pericolosi, anche qui abbiamo una situazione assolutamente deficitaria da parte di tutte le amministrazioni, sia comunale che regionale, che vedono la necessità di un colpo d’ala, anche perché, come è stato detto in precedenza, purtroppo tutti i procedimenti penali in corso o sono andati prescritti o rischiano di andare in prescrizione, quindi necessitano sicuramente di un’accelerazione, per quanto riguarda l’individuazione della responsabilità, affinché non ci Pag. 28sia il principio di impunità che prevale rispetto a quello del chi inquina paga.
Per quanto riguarda il FAS, altri mi hanno preceduto. Per molti anni, la regione Veneto in particolare ha guardato dall’altra parte, e anche gli organismi preposti, come ARPAV, non hanno dato una risposta che fosse adeguata rispetto al rischio che si sta correndo: 160 chilometri quadrati colpiti, parecchie decine di migliaia di persone coinvolte e ben oltre trenta comuni, tredici dei quali in provincia di Verona, interessati appunto da questa problematica che non ha ancora trovato una effettiva soluzione nonostante ci siano stati dei passi avanti.
Un altro elemento importante che viene citato dalla Commissione è il problema del collettamento e della depurazione delle acque nel più grande bacino di acqua potabile che c’è nel nostro Paese, che è il Lago di Garda. Il Lago di Garda ha appunto un collettore vecchio più di quarant’anni, che ha diversi problemi per quanto riguarda la sicurezza, e viene appunto collettato in un depuratore – che viene citato anche dalla relazione – che ha molti problemi.
C’è un progetto di rinnovamento dell’impianto che costa ben 200 milioni di euro e, anche qui, i comuni che si affacciano sul Lago di Garda non sono in grado di finanziare questi 200 milioni con la tariffa, quindi necessiterebbero sicuramente di un sostegno, essendo questo lago sia il più importante bacino di attrazione turistico della zona (con 20 milioni di presenze ogni anno) sia anche la più importante risorsa idrica per una delle province agricole più importanti del nostro Paese, che è la provincia di Mantova.
Ci sono tanti altri temi che vengono trattati dalla Commissione, in particolare alcuni casi, come veniva citato prima, anche di presenze di infiltrazioni di carattere mafioso nella nostra regione. In particolare, negli ultimi anni è stato individuato nel comune di Ronco all’Adige una concentrazione impressionante di discariche non autorizzate di ditte che operano illegalmente nel ciclo dei rifiuti. In particolare, nel dicembre 2013 la polizia stradale di Verona ha scoperto una discarica non autorizzata nell’area in passato utilizzata dalla fornace del gruppo Stabila ad Isola Vicentina. Dalle indagini in corso è emerso che sono state interrate tonnellate di rifiuti tossico-nocivi che hanno già inquinato la falda. ARPAV, pur avendo effettuato dei controlli in passato, non aveva rinvenuto nulla. Nel maggio 2015, in una zona vicina, è stato individuato l’interramento sistematico di rifiuti, fanghi e terreni di natura industriale contaminati da amianto, idrocarburi e prodotti chimici per la complessiva quantità di 700-800 mila tonnellate.
Insomma, evidentemente nella nostra regione non tutto è rose e fiori, quindi va affrontata con grande serietà la proposta finale contenuta nelle conclusioni della Commissione, per cercare di fare anche interventi normativi che consentano sostanzialmente di avere una risposta concreta all’impegno delle forze dell’ordine, che non sempre è adeguatamente supportato, dall’esito delle inchieste giudiziarie, con il colpire chi poi si rivela responsabile penalmente delle vicende in questione.
Quindi, da questo punto di vista, il massimo sostegno al lavoro della Commissione, anche per quanto riguarda le conclusioni che sono state tratte.

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