Martina coglie disagio del nord produttivo che vuole lavoro non assistenzialismo
Zardini (PD): Martina coglie disagio del nord produttivo che vuole lavoro non assistenzialismo
Roma, 27 Novembre 2018
«Condividendo il manifesto promosso dal Partito democratico in Veneto, Maurizio Martina introduce la questione settentrionale e quella veneta in particolare come elemento di dibattito del prossimo congresso del Pd». Lo sottolinea il deputato veronese Diego Zardini. «La nostra regione, come molte altre del centro nord di tutto hanno bisogno tranne che delle dosi da cavallo di assistenzialismo che si profilano all’orizzonte della prima finanziaria del governo giallo verde. Gli imprenditori, gli artigiani, i commercianti, i professionisti delle nostre regioni sono oggi in fortissimo disagio, come ha spiegato bene Martina in una breve comunicazione questa mattina. Queste categorie chiedono alla politica italiana di rimanere fortemente collegate con l’Europa. Sia perché il mercato unico è la fonte primaria della nostra economia, sia perché solo nell’Unione europea e in una partecipazione attiva e propositiva troveremo risposte alle questioni più difficili da risolvere come il welfare, i salari, le pensioni e, non da ultimo, la sostenibilità ambientale».
La posizione di Martina «coglie bene il malessere delle nostre forze produttive, incredule nel vedere dissipare le risorse faticosamente raccolte con il proprio lavoro in strumenti di pura sussistenza a favore di chi non produce alcunché, mentre infrastrutture essenziali per lo sviluppo economico e per l’ambiente dei territori, come la ferrovia, restano in ritardo di almeno due decenni. Senza contare l’astio più o meno deliberato di questo governo nei confronti di chi lavora e produce. Non è un caso che il processo di allentamento della burocrazia abbia subito un brusco stop».
In questo quadro, conclude Zardini, «Martina afferma l’importanza di rilanciare la nostra idea federalista a partire dalle regioni e dalla loro autonomia proprio mentre il governo di Lega e Cinque Stelle fatica ad essere coerente con tanti proclami del passato. Una nostra moderna visione del cambiamento dello Stato e delle istituzioni in senso decentrato è non solo necessario per le contingenze, ma soprattutto importante per tenere l’Italia agganciata all’Europa».