Lessinia: migliaia in marcia per il parco

     


LESSINIA
Migliaia in marcia per il Parco
Zardini: «Ora stop al taglio e più risorse della Regione per rilanciare lo sviluppo sostenibile e favorire le attività degli abitanti»


Parco della Lessinia, 26 gennaio 2020


Grande successo della manifestazione per salvare il Parco della Lessinia dalle forbici di Zaia e della Lega. Migliaia di persone hanno camminato in corteo tra i sentieri innevati per mostrare l’amore per la Lessinia e per chiedere di non tagliare la zona tutelata. Anzi, a gran voce l’amore per la Lessinia di tantissimi veronesi (e non solo) chiede l’immediato stop alla legge che taglia il Parco, che ha già causato un grandissimo danno di immagine alla Lessinia, ma ha anche mostrato una grande attenzione per un luogo magico ed amato.


Il deputato veronese Diego Zardini ha partecipato alla manifestazione e rilancia: «Ora Zaia fermi lo scempio e rilanci con risorse adeguate le attività sostenibili per favorire la presenza di realtà che promuovono sviluppo, favoriscono l’occupazione e rilanciano una sana economia. Possiamo dare al Parco un ruolo non di museo intoccabile, ma di motore per conservare la biodiversità favorendo attività economiche, turismo sostenibile, occupazione e maggiori servizi ai residenti. Se il Parco non ha ancora espresso tutto le sue potenzialità è colpa della Regione e di alcuni amministratori talvolta poco lungimiranti come quelli che hanno proposto il taglio. La Lessinia e i suoi abitanti meritano di più».


Incentivare le attività economiche, afferma ancora Zardini, «è necessario per ripagare gli abitanti della Lessinia per i SEA, ovvero i Servizi Ecologici Ambientali, che il Parco dona a tutti i veronesi e che talvolta può limitare la libera iniziativa. Ma proprio per questo la fiscalità generale deve sostenere il coraggio di agricoltori, allevatori e imprenditori che restano sul territorio e mantengono un paesaggio, frutto del connubio tra uomo e natura, introducendo anche nei Parchi regionali le Zone Economiche Ambientali, zone economiche speciali con condizioni fiscali favorevoli a chi rimane, come abbiamo fatto in Parlamento per i parchi nazionali».

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