Lavoratori dello spettacolo: aiuti solo dal governo. Zero dalla Regione.

     



Lavoratori dello spettacolo: aiuti solo dal governo. Zero dalla Regione.
Zardini e Rotta: «20 misure specifiche dallo Stato, non una dalla giunta»


Verona, 18 settembre 2020

I lavoratori del comparto spettacolo sono stati tra quelli che più hanno sofferto della crisi economica dovuta all’emergenza sanitaria. Il settore è caratterizzato da precariato diffuso e occupazioni intermittenti e le misure restrittive che il governo ha dovuto prendere per fermare la pandemia hanno reso ancora più evidenti le problematicità di questi lavoratori.

«Nel tentativo di arginare gli effetti negativi della crisi», ricorda il deputati veronesi del Partito democratico Diego Zardini e Alessia Rotta, «il governo italiano ha varato fin da marzo scorso, un serie di provvedimenti con misure economiche specifiche per questi lavoratori».

Sono state autorizzate integrazioni salariali con risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo, misure di sostegno al reddito con le risorse frutto della riscossione dei diritti d’autore pari a 13,5 milioni di euro, due mensilità di indennità speciale di 600 euro e una di 1000 euro per i lavoratori intermittenti e professionisti dello spettacolo; introduzione della cassa integrazione ordinaria e in deroga per i lavoratori dello spettacolo dal vivo, prorogata fino al 31 dicembre; decontribuzione al 100 per cento per sei mesi dei costi del personale assunto a tempo indeterminato e per quattro mesi del personale rientrato dalla cassa integrazione; esenzione della seconda rata IMU per teatri, sale da concerto e spettacoli; riconoscimento dello stesso contributo del 2019 agli enti dello spettacolo; quota FUS ripartita sulla base della media delle percentuali assegnate nel triennio 2017-2019 per le fondazioni liriche; l’anticipo fino all’80 per cento del contributo FUS per gli organismi dello spettacolo; fondo di emergenza da 26,8 milioni di euro per gli operatori dello spettacolo esclusi dal contributo FUS; fondo di emergenza da 5 milioni di euro per gli operatori dello spettacolo viaggiante; fondo di emergenza da 10 milioni per i teatri privati e le piccole sale; fondo di emergenza da 12 milioni per i concerti annullati o sospesi; fondo di emergenza da 10 milioni per i live club e gli organizzatori di concerti; estensione dell’Art Bonus a complessi strumentali, società concertistiche e corali, circhi e spettacoli viaggianti; 10 milioni di euro per realizzare una piattaforma digitale per la cultura e lo spettacolo italiano; recupero dei 60 milioni di euro di residui attivi dell’IMAIE per sostenere artisti, interpreti ed esecutori; voucher di 18 mesi o ristoro monetario per il rimborso per concerti e rappresentazioni annullati causa Covid-19; incremento delle risorse previste dalla legge Bacchelli.

«Dispiace sottolineare», conclude Rotta, «che alle risorse nazionali non siano state aggiunte risorse regionali, per lo meno in Veneto, che avrebbero contribuito ad alleviare le sofferenze di migliaia di lavoratori. Purtroppo la giunta Zaia, impegnata altrove, non ha messo un euro per i lavoratori dello spettacolo e della cultura del Veneto».

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