Autostrade: per la prima volta i beni e gli interessi pubblici difesi dal governo
Autostrade: per la prima volta i beni e gli interessi pubblici difesi dal governo
Verona, 16 luglio 2020
Per la prima volta nella storia repubblicana lo Stato italiano, cioè la collettività, tutti noi, è riuscito ad affermare un principio finora solo enunciato e mai applicato. I beni pubblici, tra cui le infrastrutture sono un bene prezioso e devono essere gestite in modo responsabile, offrendo servizi efficienti e garantendo la piena sicurezza di chi le utilizza. Per la prima volta lo Stato si è dimostrato fermo pur avendo di fronte un interlocutore potentissimo.
Al netto delle responsabilità penali per il crollo del ponte Morandi di Genova, di cui si sta facendo carico la magistratura, il Governo ha chiesto e ottenuto l’uscita da Aspi del gruppo di riferimento. Le palesi violazioni contrattuali hanno comportato anche l’accettazione del risarcimento da 3,4 miliardi di euro e la rinuncia alla rivalsa sugli anni per i mancati guadagni per tutta la durata della concessione (circa 23 miliardi).
Autostrade per l’Italia diventerà una public company, aperta a investitori istituzionali e focalizzata nel portare maggiori investimenti in manutenzione e sicurezza sulla rete. Saranno inoltre rimodulate le tariffe, basandosi sulle nuove indicazioni dell’autorità regolatoria (ART).
L’intervento dello Stato tutela i posti di lavoro e in una prospettiva di lungo periodo offre anzi una visione occupazionale di ampia portata.
Ora, io auspico che si riveda anche il sistema di controlli e vigilanza per tutte le concessioni, non solo stradali, perché se c’è una cosa che ci insegna questa vicenda è che lo Stato può derogare la gestione, ma deve mantenere salde le funzioni di pianificazione degli interventi e di controllo. Altrimenti l’interesse dei cittadini continuerà ad essere a rischio.